Crataegus monogyna biancospinoII biancospino (Crataegus monogyna) è un arbusto molto  diffuso nella  nostra boscaglia. Appartiene alla famiglia delle Rosacee. Del biancospino sono usati generalmente i fiori e le foglie. Come medicinale si impiegano spesso insieme: In questo caso è facile trovare in mezzo alle foglie i piccoli punti bianchi dei fiori essiccati.Il biancospino è diventato in breve tempo uno dei rimedi cardiaci più utilizzati, tuttavia per quanto riguarda l’efficacia  la discussione è ancora apertissima, ma sappiamo con totale certezza che il biancospino non è un digitaloide: non contiene cioè digitale, ma è certo che il biancospino è veramente una pianta medicinale per il cuore e per le patologie circolatorie. Due sono i principi attivi rinvenuti nel biancospino:
1. flavonoidi come iperoside, rutina, composti flavonglicosilici;
2. procianidine oligomeriche, 1-epicatechina (isomeri).
Gli effetti medicinali del biancospino sono di due tipi:
1. Miglioramento della circolazione coronarica.
Attraverso questa via si ottiene una riduzione alle crisi
dell’angina pectoris e la riduzione dei disturbi coronarici. Prove effettuate in laboratorio hanno evidenziato con assoluta certezza che l’estratto acquoso di Crataegus ha un’attività coronarica; le stesse prove hanno dimostrato un incremento dell’irrorazione delle coronarie e una dilatazione delle stesse. La conseguenza è un miglioramento delle condizioni del miocardio.
2. Disturbi ritmici del cuore.
Sono risultate chiare che l’uso di biancospino è efficace soprattutto per le extrasistole. Una delle patologie più blande e diffuse soprattutto nelle persone ansiose è l’extrasistolia sopraventricolare; il circuito elettrico del cuore per causa di eccitazione o di ansia fa partire l’ordine per la contrazione cardiaca; ma, essendo un ordine prematuro, si ha una contrazione fittizia che però dà al paziente la sgradevole sensazione di un “colpo al cuore” comunemente descritto come “palpitazione”; bene, in questo lieve disturbo il biancospino fa dei piccoli miracoli: il nostro piccolo grande arbusto infatti rallenta la conduzione elettrica cardiaca facendo quasi sempre scomparire le extrasistole.
Come rimedio per il cuore senile il biancospino deve essere assunto per molti mesi, meglio mattina e sera circa 30 gocce di tintura, o uno degli ottimi preparati pronti, diluendolo in un poco d’acqua. Così il biancospino si presenta come una pianta officinale dalle caratteristiche ben individuate, e se si conoscono bene le sue particolarità e se  lo si impiega consapevolmente, nel modo corretto, è un tipico fitoterapico mite ma efficace. Esso agisce con sufficiente sicurezza solo con una somministrazione prolungata ma al tempo stesso è innocuo e non ha assolutamente alcuna tossicità.