Aceto di mele, un cucchiaino al giorno toglie il medico di torno

Aceto di mele
L‘aceto di mele si ottiene fermentando in botti di legno del succo di mela fresco fino a farlo diventare sidro. A questo si aggiungono batteri di genere Acetobacter, presenti anche nell’intestino umano, che lo trasformano in aceto. Quando dopo qualche settimana raggiunge una acidità del 5% si può imbottigliare.
L’aceto di mele è un rimedio naturale utilizzato dalla medicina popolare fin dalla antichità. I cinesi lo prescrivevano abitualmente 400 anni fa e Ippocrate curava i suoi pazienti contro le infezioni e le ferite. Rispetto all’aceto di vino ha un sapore meno aspro e più delicato ed è un integratore alimentare ricco di principi attivi naturali. Contiene moltissimo potassio, è ricco di numerosi altri minerali come il calcio, il magnesio, il cloro, il rame, il ferro, il fluoro e il sodio. Inoltre sono presenti la fibra, la vitamina C, B1, B2, B6, e la Vitamina E, oltre a l’acido acetico, che è uno dei suoi fondamentali ingredienti. Read More

MedOliva, ad Arezzo si celebra l’Extravergine di qualità del Mediterraneo e la sua filiera

Se i nomi Maurino, Moraiolo, Pendolino, Intosso, Raja, Coratina, Ogliarola, Ciciarello, Mafra, Zinzifarica, Minucciola, Pisciottana, Capolga, Grappuda, Rossina, Buga, Carbona, Canino, Itrana, Frantoio, Lavagnina, Razzola, Casaliva, Negrel, Dritta, Leccino, Nebbia, Rosciola, Cipressino, Bosana Calamignara, Coreggiolo, Gremignolo, Favarol, Lezzo, Padanina, Trep, e ancora Aglandau, Amellau, Tanche, Zinzala, Manzanilla, Arbequina, Vilallonga vi dicono qualcosa, (ma anche se al contrario non vi dicono nulla) ad Arezzo c’è una manifestazione che fa al caso vostro: da oggi a lunedì 17 maggio nella città toscana c’è MedOliva, la Fiera dell’extravergine di qualità del Mediterraneo e della sua filiera.

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Come ottenere un fertilizzante liquido dal compost


È vero che parlarne proprio nel bel mezzo della “Stagione delle Piogge” (e con fosche previsioni fino alla fine del mese…) sembra come minimo fuori luogo ma un bel giorno spunterà il sole e potremo così tornare a prenderci cura delle nostre piante con le solite operazioni di sempre, comprese l’annaffiatura e la concimazione, e allora lì potrà tornare uitle sfruttare l’estrema versatilità del compost anche per ottenere un buon fertilizzante liquido, utile per mettere in atto una sorta di fertirrigazione fai da te ma valida ed ecosostenibile. Vediamo come.
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Idee per l’Ambiente: piante che “sudano” biocarburanti


È la classica situazione da “con le spalle al muro” o meglio de “il topo all’angolo”: i cambiamenti climatici, l’inquinamento, l’esaurimento (imminente?) del petrolio e altri simpatici fattori costringono molti stati, aziende e ricercatori, ovvero l’umanità, a studiare alternative alla situazione odierna nella speranza di trovare fonti energetiche sostenibili e al contempo efficaci, in grado cioè di sostenere lo stesso tenore di vita garantito dagli idrocarburi senza sacrificare le nostre ormai consolidate (e a oggi insostenibili) abitudini. Eufemisticamente parlando, la sfida non è da poco anche se va detto che agli scienziati non manca certo la fantasia e molte innovative e promettenti tecnologie stanno spuntando come funghi praticamente tutti i giorni. È il caso per esempio della tecnica escogitata da una società del Massachusetts, la Joule Unlimited, che sta facendo promettenti passi avanti su un progetto pilota per ottenere combustibile dalle piante. Nessuna novità verrebbe da dire se non per il fatto che le suddette piante sono letteralmente in grado di “sudare” biocarburanti.
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Florablog Contest: secondo albero monumentale, il cerro nei pressi di Altamura (BA)

E due! Nuovo appuntamento con il concorso “fotografa gli alberi monumentali e vinci i semi di Solanum torvum” e la mappa del fotocensimento di Florablog si arricchisce del primo albero pugliese. Il secondo vincitore del Contest è Giuseppe che da Altamura mi invia una bellissima galleria fotografica di un esemplare di cerro che si erge solitario nel bel mezzo di un campo di grano e che ha tutte le carte in regola per essere considerato un albero monumentale.
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Betulla, un buon diuretico naturale


La betulla (Betula alba L.) della famiglia delle Betulaceae è un albero che proviene dall’Europa e dalla Turchia, che può raggiungere circa i 25 metri di altezza, ma che ha generalmente vita breve, quindi ha una crescita abbastanza rapida e per arrivare alla sua altezza massima impiega solo circa vent’anni. I rami sono sottili, le foglie, piccole e verde chiaro, diventano gialle in autunno, la corteccia, liscia e sottile, con il passare degli anni diventa bianca con caratteristiche striature nere nei punti in cui inizia a desquamarsi. I fiori sono marroni-giallastri, i semi sono gialli, con attorno una membrana marrone per farli allontanare dal vento anche di molti metri. Cresce bene in qualsiasi posto, dato che non ha particolari esigenze, ma preferisce comunque i terreni ben drenati, leggeri e sabbiosi. Prima della plastica era molto coltivata in tutta l’Italia del Nord, chi ha visto il film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi ne conosce bene la situazione. In fitoterapia è una pianta quasi fondamentale, non c’è tisana depurativa o diuretica che non abbia una parte di betulla, ma la principale proprietà è quella drenante e diuretica. Read More

Torna l’Azalea della Ricerca, regalo per la mamma e per la salute di tutti


È ormai convenzione anche nel nostro Paese che la seconda domenica di maggio (quest’anno domenica 9) si festeggi la Festa della Mamma e per questa ricorrenza l’Airc, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, organizza ogni anno in molte piazze d’Italia L’Azalea della Ricerca, l’iniziativa che aiuta la ricerca a rendere il cancro sempre più curabile.
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Quella sporca dozzina, 12 prodotti tra frutta e ortaggi che è consigliato comprare solo se bio

The dirty dozen by My Paper Crane

Alcuni dei pesticidi e dei fitofarmaci usati nell’agricoltura sono considerati inquinanti organici persistenti o POP ( dall’acronimo Persistent Organic Pollutants) e hanno proprietà che è bene ricordare: sono altamente tossici; sono stabili e persistenti, impiegano spesso alcuni decenni prima di degradare in forme meno pericolose; inquinano l’atmosfera e l’acqua; si accumulano nei tessuti adiposi degli esseri umani e della fauna selvatica. Nonostante sia stata istituita nel 2001 la Convenzione di Stoccolma con l’obiettivo di mettere al bando a livello mondiale questi veleni, ancora oggi i POP trovano largo impiego in agricoltura e, anche se è qualcosa da evitare in ogni modo, ritrovarseli sulle nostre tavole e dentro ai nostri piatti è molto più che probabile.
Come fare allora per difendersi? Intanto acquistando i prodotti biologici perché fanno a meno di queste sostanze, e poi conoscendo la frutta e la verdura prodotte dall’agricoltura convenzionale che fanno scarso uso di pesticidi, anche perché meno attaccabili da parassiti e malattie. In queato senso ci viene in aiuto l’artista Heidi Kenney con la simpatica immagine che vedete sopra e che sarà bene stampare per portarla sempre con noi quando andiamo a far compere.
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Cosa coltivare nell’orto, c come carciofo

Cosa coltivare nell'orto, c come carciofo
Continuo con la carrellata degli ortaggi che è possibile coltivare nel proprio orto e, giunto alla lettera c, è il momento di una pianta famosissima quanto gustosa: il carciofo.
Alzi la mano chi non vorrebbe nel proprio orto una bella carciofaia? Vero, ci vuole un po’ di tempo a disposizione e una discreta porzione di terreno da dedicare a questa coltura ma il piacere di portare in tavola i propri carciofi ripaga ampiamente del tempo e dello spazio impiegati.

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