
Un altro metodo antichissimo (c’è chi lo fa risalire addirittura all’antica Grecia) per conservare i prodotti di stagione è quello di cuocere la frutta (quasi esclusivamente) con lo zucchero fino a ottenere la sua trasformazione in, a seconda del risultato finale, marmellata, confettura, gelatina e composta. Sì perché i termini sopra elencati, che di solito usiamo come sinonimi, in realtà indicano dei prodotti che, pur appartenendo allo stesso “campionato”, si differenziano leggermente tra di loro per dosi impiegate e risultato finale. Non è da molto infatti che l’ho scoperto ma, grazie alle (spesso) geniali direttive dell’Unione Europea, la differenza tra la marmellata e la confettura sta nel fatto che la prima è fatta solo con gli agrumi mentre la seconda con tutto il resto della frutta…
A parte le piccole differenze, che portano però a prodotti diversi (la gelatina è realizzata con il solo succo della frutta e senza buccia e polpa, la composta contiene una quantità maggiore di frutta), il principio di base è sempre il solito ovvero quello di sfruttare le caratteristiche dello zucchero per conservare gli alimenti. Certo che – al di là del metodo scelto – consumare marmellate, confetture e affini, non sarà mai come mangiare la frutta fresca ma questo rimane comunque uno dei procedimenti migliori che abbiamo a disposizione per gustare i prodotti fuori stagione.
Quella che vi voglio proporre oggi è una ricetta molto antica dalle mie parti e rappresenta una vera e propria bomba di dolcezza e bontà: la confettura di fichi e uva.
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