La cotognata, che prelibatezza!Anche quest’anno è arrivato inesorabilmente l’autunno e, dato che non possiamo proprio farci niente, cercheremo consolazione nel cibo, approfittando dei mesi freddi per godere delle pietanze più caloriche senza preoccuparsi più di tanto della prova costume…
Comincerei raccontandovi delle lasagne che ho gustato oggi a pranzo ma, visto che siamo su Florablog e domina il verde, dovrete “accontentarvi” della ricetta di una squisita cotognata per la quale non finirò mai di ringraziare la mia amica Loredana.

Ciao Paolo,
Ecco la mia ricetta della cotognata.

Occorre:
Mele cotogne ben mature, succo di limone, zucchero, un po’ di olio di semi di mais

Preparazione:
Pulire le mele cotogne con un canovaccio umido in modo da toglierli la leggera peluria che le ricopre.
Preparare una casseruola ben capiente con acqua acidulata con un po’ di succo di limone (servirà per non far diventare scure le mele prima della cottura).
Sbucciare le mele e poi passarle ad una grattugia in modo da avere un composto ben tritato da mettere poi nel recipiente insieme ad una quantità di zucchero pari a circa 400 gr. per kg di mele (con questa dose viene già abbastanza dolce) e quindi a cuocere per circa un’ora (in alternativa le mele cotogne possono essere fatte a pezzetti abbastanza piccoli ma dopo una prima bollitura dovranno essere passate dal passaverdura o da un mixer ad immersione in quanto la polpa della mela cotogna è piuttosto coriacea e quindi rimessa al fuoco fino al tempo necessario). A fine bollitura la cotognata dovrebbe staccarsi dalle pareti del recipiente ed avere un bel colore rosa intenso (è comunque raccomandabile mescolare ogni tanto durante la fase finale della bollitura).
A questo punto va stesa il più velocemente possibile su una o più teglie a bordo basso, precedentemente unte di olio, fino a raggiungere uno spessore di circa 2 cm. e livellata con una spatola a lama lunga di gomma (quelle da pasticcieri) o comunque con un coltello a lama lunga tipo quelli da pane.
La cotognata è fatta ma per essere gustata dovrà riposare (ed asciugare) per alcuni giorni coperta da una garza sotto il sole (se c’è) oppure in forno per il tempo necessario a non più di 60/80° e rigirata sotto/sopra più volte in modo che asciughino tutti e due i lati. Sarà pronta quando avrà una consistenza gommosa ed asciutta al tatto.
Per la sua conservazione invernale potrà essere messa a pezzetti di circa 3/4 cm di lato in un recipiente di vetro avendola spolverata preventivamente con zucchero passato da un colino.

Abbinamenti:
Oltre che gustarla così com’è insieme ad un po’ di pane meglio se cotto a legna, si sposa felicemente con formaggi ben saporiti e soprattutto stagionati (tipo pecorini) in sostituzione del miele di acacia o di castagno; non male anche con noci.
Buon appetito!
Loredana

E se avete altri cinque minuti da dedicare all’argomento andatevi a leggere questa storia, così appagherete anche la fame di cultura.
A presto.