Buon anno a tutti (e in particolare al pianeta Terra…) da Florablog!

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Non giriamoci troppo intorno con discorsi tipo “bicchiere-mezzo-vuoto-bicchiere-mezzo-pieno”: purtroppo, come volevasi dimostrare, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Copenhagen  è stata un completo flop. In pratica dopo due settimane è rimasto tutto come prima: nessun trattato, nessun vincolo, l’annuncio dei presunti tagli di emissioni da parte dei governi spostato a gennaio, verifiche rifiutate (specialmente da “Cindia”) e tutto relegato alla buona volontà dei singoli Paesi e decisioni spostate agli incontri futuri. Fantastico. È pur vero che il tentativo di un grande accordo era, più che doveroso, obbligatorio, ma sarei molto curioso di conoscere l’inquinamento generato dall’assemblea di Copenhagen per questo buco nell’acqua…

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Ribes nero, un antiallergico che protegge i capillari

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Il ribes nero (Ribes nigrum), è un arbusto che cresce nel centro dell’Europa e nelle zone montuose euroasiatiche e può raggiungere un altezza fino a 2 metri. Il ribes è forse più conosciuto per le tipiche bacche utilizzate in gastronomia e dall’industria dolciaria che non come pianta medicinale; invece è molto usato in fitoterapia per la presenza di vari tipi di costituenti chimici. Le parti utilizzate sono le bacche (che contengono antociani, flavonoidi, procianidine e vitamine), le foglie (polifenoli e triterpeni) e i semi (elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi). Ultimamente sono state studiate anche le gemme fresche e in particolare il suo olio essenziale. Read More

Video, un giardino dentro una palla


L’altro giorno, in pieno delirio per i giardini in bottiglia, ero in uno dei tanti supermercati dedicati al bricolage e al fai-da-te quando, a un certo punto, su uno scaffale ho notato con la coda dell’occhio quelle enormi palle di natale realizzate in plastica trasparente che si aprono in due e che il gentil sesso ama riempire di fiori secchi e fiocchi colorati per poi addobbare l’albero natalizio con decorazioni più originali del solito. Mi sono avvicinato, ne ho presa una in mano, l’ho scrutata un po’ dopodiché la mia povera mente, obnubilata dai troppi giardini in bottiglia, da lì in poi non ha avuto che un solo pensiero: “devo metterci assolutamente una pianta dentro!”
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Natale, 10 regali per pollici verdi

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Si avvicina Natale e con esso arriva anche il consumistico rituale dei regali. Certo, con la crisi che tira, tra cassintegrati, precari a vita e licenziati il budget per i regali, se non del tutto assente, è ridotto all’osso, e anche se dispiace rinunciare del tutto a questa tradizione sono convinto che quest’anno gireranno molti meno doni. Se comunque qualche euro da spendere lo avete racimolato e volete fare un presente a un vostro caro appassionato di giardinaggio, di seguito ho messo insieme un po’ idee, per tutte le tasche e per tutti i gusti, spesso futili (come si conviene ai regali di Natale…) ma anche utili, che vi possono aiutare nella scelta degli acquisti.

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Agrifoglio, vischio e Stella di Natale, ma quanti veleni nelle piante natalizie!

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Stando a quanto dicono da almeno un paio di millenni a questa parte, durante il periodo di Natale dovremmo essere tutti più buoni. Del resto, per chi ci crede, il 25 di dicembre si celebra la nascita del figlio di Dio ed è normale che l’evento susciti sentimenti positivi. Appare quindi per lo meno curioso che alcune delle piante associate a questa festività non risultino, come dire, “in linea con lo spirito natalizio” e che al contrario rappresentino un potenziale pericolo per l’uomo a causa delle sostanze tossiche in esse contenute.
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Video, realizzare un giardino in bottiglia


Adoro i giardini in bottiglia, fin da quando ero bambino. Ricordo che da piccolo passavo ore e ore a osservare questi vasi di vetro pieni di muschio e piantine varie e li immaginavo come piccoli mondi popolati da strane creature che io a un certo punto, per il bene dell’umanità, invadevo con ogni sorta di giocattolo, dai soldatini, alle macchinine, ai pezzi di Lego. Suscitando ovviamente le reazioni stizzite dei legittimi proprietari e subendone le poco piacevoli conseguenze. Altri tempi e altri giochi. Nel frattempo sono cresciuto ma la passione per i giardini in bottiglia è rimasta inalterata tanto che, riesumato dalle oscure profondità della mia cantina un vaso di vetro troppo perfetto per essere vero, mi è venuta la voglia irrefrenabile di riempirlo di piantine. Solo che mi sono fatto “leggermente” prendere la mano e, con la scusa di regalarli per Natale, ho riempito la casa di “piccoli mondi”.
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Alberi monumentali, il Ficus macrophylla di Piazza Marina, Palermo

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Con le notizie che in questi giorni giungono da Palermo (ma in realtà è una storia che risale come minimo all’estate) parlare degli alberi monumentali della città siciliana può sembrare quasi un paradosso; proprio in questi frangenti è però bene ricordare la vera Palermo, quella della persone eccezionali, dell’arte, della cultura, della bellezza esagerata, anche per quanto riguarda le piante. Nella (vana?) attesa che anche qui, come a Napoli, si compia l’apparente miracolo della sparizione dei rifiuti (lì largamente testimoniato da una copertura mediatica senza precedenti e qui, stranamente, pressoché assente…), è quasi beneaugurante che la Sicilia degli alberi monumentali faccia il suo esordio nel fotocensimento di Florablog partendo proprio da Palermo, con un esemplare di una bellezza mozzafiato, di prima grandezza: il Ficus macrophylla di Piazza Marina a Palermo.

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Non solo legname, il frassino è diuretico e antinfiammatorio

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Il genere Fraxinus, della famiglia delle Oleaceae, raggruppa molte specie di alberi (o raramente arbusti) tra le quali la più comune è il Frassino maggiore (Faxinus excelsior), originario dell’Europa e dell’Asia. Albero imponente, elegante e dal fogliame delicato, il Frassino, di grandi dimensioni, ha chioma ampia e tondeggiante, il fusto è slanciato e generalmente poco ramificato, la corteccia è grigia, liscia negli alberi giovani, diventa rugosa e piena di fessure con il passare del tempo; raggiunge i 30-40 m. di altezza e nei primi anni cresce in modo molto rapido. Le infiorescenze si vedono da aprile a maggio, prima della comparsa delle foglie e sono di colore giallo-verde riunite in pannocchie. Sono piante molto resistenti sia al caldo che alle temperature rigide, quest’ultime però temute dagli esemplari più giovani. Le parti adoperate in erboristeria sono le foglie e la corteccia dei rami di 2/3 anni. I costituenti principali sono frassinite, fraxina e fraxetina, fraxidina, isofraxidina, polifenoli  e tannini, mannitolo, glucosidi iridoidi. La corteccia in particolare è ricca in tannini, polifenoli e cumarine. Read More

Copenhagen, il clima e il Terra Madre Day

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Non servirà purtroppo a molto, almeno da un punto di vista pratico, ma Copenhagen ha l’indubbio merito di approfondire temi come il riscaldamento globale e i cambiamenti cliamtici che, nonostante siano da anni tra gli argomenti più dibattuti, sembrano alla fine non sortire particolari allarmi nella maggior parte delle gente, visto che tutti, più o meno, continuiamo a vivere seguendo il nostro fantastico e insostenibile stile di vita. Eppure i dati che girano sono piuttosto inquietanti: restando alla sola Italia si scopre per esempio che la temperatura media nel nostro paese è cresciuta, nell’arco di un secolo, di ben 1,3 gradi centigradi; ma il peggio è che l’ormai certo riscaldamento globale sta subendo negli ultimi anni un’accelerazione che non ha riscontri nella recente storia del pianeta. Basta osservare l’elenco degli anni più caldi da due secoli a questa parte per rendersene conto: 2003, 2001, 2007, 1994, 2009, 2000, 2008, 1990, 1998 e 1997. Fanno sei annate di questo decennio e le restanti degli anni ’90. Non male.
Se, come me, avvertite una “remota” sensazione di pericolo e ritenete che sia giunto il momento per (tentare di) fare qualcosa “dal basso”, senza aspettare le decisioni “dall’alto” (che hanno, si sa, i loro tempi …), vi potrebbe tornare utile sapere che oggi, 10 dicembre 2009, si festeggia per la prima volta il Terra Madre Day.
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