Da Florablog nasce Grow the Planet, il primo social network dedicato alla coltivazione dell’orto

Grow the planet - It's time to grow up and make a better world.
A volte la vita prende strade che non ti saresti mai e poi mai sognato di percorrere, ve lo testimonio personalmente. Tutto è iniziato da questo blog, nato un po’ per gioco e un po’ per (molta) passione dove ho potuto, tra le altre cose, constatare di persona il grande interesse che è (ri)esploso intorno all’orto, anche perché questo è sempre stato un argomento principe di Florablog.
Scrivendo sull’argomento, confrontandomi e rispondendo ai lettori ho aumentato la mia esperienza sull’orto ma mi sono presto reso conto che un blog era uno strumento insufficiente per soddisfare tutte le richieste che giungevano sul tema; serviva qualcosa di più, per esempio un sito completamente dedicato alla materia;  ho girato un po’ intorno al concetto fino a a quando non mi è venuta un’idea nata da una banale constatazione: chi ha un orto (o un parente o un amico che lo coltiva) sa infatti benissimo che, nel picco di produzione, spesso un ortaggio è disponibile in abbondanza per la propria famiglia, per i parenti, per gli amici, per gli amici degli amici ecc.; così mi sono chiesto: perché non organizzare un sistema di scambio di ortaggi tra le persone?
“Ehi!” mi sono detto “ma questa è solo una parte, per creare una piattaforma completa dedicata alla coltivazione dell’orto servono come minimo anche: uno spazio di socializzazione, una parte didattica, la progettazione e la gestione dell’orto, il tutoraggio, il supporto alla coltivazione e ovviamente un nome”. Che ho trovato di lì a poco: Grow the Planet.
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Ennesimo studio: mangiare carne contribuisce al riscaldamento globale

Ennesimo studio: mangiare carne contribuisce al riscaldamento globale

Non facciamoci l’abitudine, sarebbe troppo bello. Parlo dell’ottimo clima che sta interessando l’Italia in questi giorni anche se, obietterà qualcuno, siamo in piena estate e di pioggia nelle spiagge e di neve in montagna se ne farebbe molto volentieri a meno. Personalmente preferisco queste temperature al caldo infernale sperimentato non più tardi di due settimane fa ma il punto non è certo questo: siamo, a livello mondiale, un’eccezione, anomala quanto si vuole (specie per quello che è chiamato il Belpaese), ma pur sempre un’eccezione. A Mosca nei giorni scorsi infatti i termometri hanno segnato punte di 40° C e in buona parte degli Stati Uniti le cose non sono andate certo meglio visto che si sono registrate temperature superiori ai 43° C che hanno causato 22 morti e una moria di bestiame in Minnesota e in South Dakota; per tacere della devastante siccità che sta interessando la Somalia, la peggiore degli utlimi 60 anni… Rincara la dose un articolo apparso sul Fatto quotidiano riportante uno studio americano che afferma come tra 30 anni il Polo Nord rimarrà senza ghiacci durante la stagione estiva, previsione che anticipa di ben 40 anni quella che sembra un’inevitabile conseguenza del riscaldamento globale…

Già, il riscaldamento globale. Quando si tocca questo argomento, a parte la maggioranza di chi assume un atteggiamento “agnostico” (di gran lunga l’approccio peggiore), si trovano sempre due fazioni nettamente contrapposte fra chi crede che l’impatto dell’uomo sia determinante nell’aumento del global warming e chi, come i negazionisti, ritengono che le cause del riscaldamento globale siano da ricercare altrove. A smentire quest’ultima tesi arriva l’ennesimo studio che dimostra come mangiare contribuisca ad aumentare la febbre del Pianeta.

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Trinidad Scorpion “Butch T”, ecco il nuovo peperoncino più piccante del mondo

Trinidad Scorpion "Butch T", ecco il nuovo peperoncino più piccante del mondo
A quanto pare sono rimasto indietro, a circa due anni fa quando ho avuto a che fare con il Naga Morich, l’allora peperoncino più piccante del mondo, e devo prendere atto che la passione dei cultori del” piccante senza limiti” non si ferma mai e con lei neanche i loro esperimenti con gli incroci che danno origine a peperoncini sempre più potenti. È tempo di aggiornarsi perché il nuovo record lo segna il Trinidad Scorpion Butch T che supera di gran lunga il Naga Morich anzi, lo surclassa!
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No al nucleare: il 12 e il 13 giugno votiamo sì al referendum (e agli altri quesiti)

Al referendum vota sì!
Fatto 30, facciamo 31: dell’acqua s’è già detto, ora due parole sul nucleare. Argomento apparentemente fuori tema in un blog dedicato al Regno vegetale ma basta un attimo di riflessione per rendersi conto che, condividendo il pianeta con altre forme di vita (piante incluse), la questione è universale, interessa tutti e può e deve trovare spazio in ogni contesto, Florablog compreso. Che, essendo un blog e quindi (anche) un diario personale (non a caso il termine blog è la contrazione delle parole inglesi web e log, con il senso di “diario in rete“), ospita le opinioni personali dei suoi autori e uno di essi, il sottoscritto, ha le idee piuttosto chiare sul tema: è spudoratamente contrario al nucleare. Prima di approfondire i motivi di questa ferma posizione, vediamo l’atteggiamento che governo e maggioranza hanno tenuto nei confronti dei referendum.
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Cetriolo killer, germogli assassini, verdura omicida… e intanto che la psicosi monta l’agricoltura va ko

Fette di cetriolo
Prima scena: sabato mattina il fruttivendolo ambulante che compie il suo abituale giro nella mia zona giunge dalle mie parti e si ferma come ogni settimana per vendere frutta e verdura, molta prodotta in proprio. La gente, più o meno la solita di sempre, si avvicina e compra apparentemente come le altre volte ma appena arriva il mio turno scopro che non è proprio così. Mentre mi prepara quel che leggo dall’elenco della spesa, domando incuriosito se la vicenda delle intossicazioni da Escherichia coli in Germania ha influito sulle sue vendite: “no, ancora non ho notato niente di particolare, tranne che per quelli lì” e mi mostra una cassetta colma di cetrioli provenienti dal suo campo, cetrioli che una settimana fa andavano letteralmente a ruba e che dopo poche soste andavano esauriti; sabato erano ancora lì, del tutto invenduti e quasi sicuramente riportati tutti alla base.

Seconda scena: sempre sabato ma di pomeriggio. Nuovo fruttivendolo, questa volta però di quelli “fissi”, ovvero munito di negozio. Faccio anche a lui la stessa domanda e anche lui mi risponde che non ha notato grossi cali di vendita, “tranne per quelli lì…”
In un incredibile sforzo deduttivo, provate a indovinare cosa intendeva per “quelli lì”… Dopo il “Continua” la soluzione.

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H2O, la molecola della vita: può l’acqua sottostare alle regole del mercato?

H2O, la molecola della vita: può l'acqua sottostare alle regole del mercato?
Prima di augurarvi un buon ponte del due giugno e darvi appuntamento al prossimo lunedì, voglio farvi una domanda: vi siete mai chiesti perché, a differenza di quanto succede per gli elementi nutritivi, nel corso dell’evoluzione il nostro organismo non abbia escogitato un sistema per immagazzinare una scorta di acqua, come fanno per esempio alcuni animali e molte specie di piante (succulente in testa)?
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Earth Day 2011, un miliardo di azioni verdi per la Terra

Earth Day 2011, un miliardo di azioni verdi per la Terra
In alternativa ci sarebbe Marte. Certo non è proprio dietro l’angolo (a causa dell’eccentricità della sua orbita la distanza dalla Terra varia dai 100 ai 56 milioni di chilometri che in termini di navigazione si tramutano, nella migliore delle ipotesi e con le attuali tecnologia a nostra disposizione, in circa 250 giorni di viaggio) e quanto a ospitalità non è lecito aspettarsi molto: atmosfera molto rarefatta e incompatibile con la vita (se si eccettua, forse, per la sopravvivenza di qualche batterio), temperatura media -63° C (minime di -140° C ma per qualche ora del giorno nell’emisfero estivo ci si può godere anche di un tepore di 20° C…), tempeste di sabbia ovunque (anche di estensione planetaria), a quanto pare acqua in minime quantità. Per il resto, a parte il monte più alto del sistema solare (i 27 km del vulcano Olympus Mons), uno spettacolare canyon che fa impallidire quelli terrestri (Valles Marineris) e un cielo rosa anziché blu, non c’è molto da vedere, solo una distesa senza fine di pietre e polvere.
Se lo scenario del “pianeta di riserva” appena descritto non vi attrae più di tanto, consiglio di tenerci stretta la nostra amata, martoriata Terra e, invece di trasformarla in un inferno invivibile, inizamo a rispettarla di più e magari festeggiandola a dovere domani per il Earth Day 2011, la Giornata Mondiale della Terra.
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Metalli pesanti nell’acqua? li assorbono efficacemente le bucce di banana!

Metalli pesanti nell'acqua? li assorbono efficacemente le bucce di banana!

La Natura è incredibile e nasconde risorse e soluzioni dove meno te lo aspetti. Prendete la buccia della banana: apparentemente inutile, è considerata un rifiuto e viene gettata via senza troppi complimenti o tutt’al più usata per qualche gag comica. Ebbene, un team di ricercatori ha scoperto che le bucce di banana macinate sono in grado di assorbire i metalli pesanti (e spesso inquinanti) come per esempio il piombo e il rame dalle acque inquinate.
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I cambiamenti climatici rendono i prodotti agroalimentari più pericolosi per la salute?

I cambiamenti climatici rendono i prodotti agroalimentari più pericolosi per la salute?
A quanto pare il riscaldamento globale, le inondazioni, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello degli oceani, la siccità ecc. non sono gli unici effetti causati dai cambiamenti climatici che dovrebbero farci preoccupare. Stando a quanto sostenuto da alcuni scienziati al meeting annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS) il clima impazzito potrebbe rendere i prodotti agroalimentari più pericolosi per la nostra salute a causa di parassiti e malattie sempre più aggressivi e dealla contaminazione di prodotti chimici e di pesticidi impiegati in maniera più massiccia per combatterli.
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