consociazione-porro-pomodoro
È molto strano ma neanche uno, tra i coltivatori amatoriali dell’orto che conosco, adotta tra le tecniche colturali quella che comunemente viene chiamata la consociazione degli ortaggi. Eppure, mi raccontava mio nonno, era pratica comune, negli orti dei contadini di una volta, coltivare ortaggi diversi nella stessa porzione di terreno. Certo, magari non la chiamavano consociazione né tantomeno si informavano su testi scientifici, ma facendo affidamento sulla tradizione e sull’esperienza tramandate nel corso del tempo da generazione a generazione ottenevano, c’è da scommettere, ottimi risultati.

Per consociazione si intende la coltivazione contemporanea sullo stesso terreno di due o più ortaggi diversi. La tecnica nasce da una semplicissima constatazione: in natura nessuna pianta cresce da sola ma al contrario deve condividere lo spazio di crescita con numerosi altri vegetali della stessa specie o di genere completamente diverso. Questa condivisione dello spazio si traduce molto spesso in una competizione tra le piante con in palio la crescita e la sopravvivenza ma in altri casi si crea una sorta di collaborazione virtuosa dove le parti in causa traggono reciproco vantaggio dalla loro convivenza. Proprio dall’osservazione di queste interazioni che è nata la tecnica e anche se va detto che non tutte le combinazioni sono efficaci (e anzi in alcuni casi si ottiene un risultato negativo), se ben fatta offre a chi la usa indubbi vantaggi.

1) Lo scambio
Nel corso dei loro processi vitali le piante assorbono dal terreno gli elementi necessari alla loro crescita ma a loro volta rilasciano nel suolo anche una serie di sostanze che possiamo definire forse impropriamente di “scarto”. Tali sostanze possono risultare nocive per alcuni vegetali, o viceversa, possono tornare utili all’accrescimento di altre specie. L’esempio ideale di questa interazione è senz’altro quello di accostare un alto numero di ortaggi a molte specie di leguminose che come sappiamo hanno la capacità di fissare l’azoto presente nell’atmosfera e di restituirlo nel terreno in misura maggiore di quello assorbito, mettendo questo fondamentale elemento a disposizione delle piante associate.

2) Piante sentinella
Molte piante hanno nei confronti dei parassiti un efficace effetto repulsivo. Abbiamo visto anche qui come da aglio, ortica, peperoncino e pomodoro sia possibile ottenere estratti, macerati ecc utili per il trattamento antiparassitario. Ebbene, consociando una pianta da proteggere con una ad azione repellente, si ottengono proprio gli stessi risultati dei trattamenti con in più il vantaggio non indifferente che l’effetto è sempre presente.

3) C’è spazio per tutti
Il più ovvio ma non il meno importante dei vantaggi è quello dello spazio. Pensateci bene: se si vuole diversificare il proprio orto e piantare diverse specie orticole serve una superficie coltivabile della quale spesso (e per vari motivi) non si dispone. La consociazione di due o più specie nello stesso appezzamento permette quindi a chi non ha troppo spazio di coltivare un maggior numero di ortaggi e aumentare la propria capacità produttiva.

4) Ci guadagna anche il terreno
Usando questa tecnica si tende a lasciare la vegetazione più a lungo sul terreno dato che su quella superficie non cresce una ma diverse specie che occupano quindi lo spazio per un tempo maggiore. Questa caratteristica ha come ulteriore vantaggio quello di proteggere il terreno da i fenomeni atmosferici che portano inesorabilemente all’erosione del suolo.

5) Vantaggi fisici
Consociando piante a maggiore sviluppo con altre che non ne soffrono le dimensioni è possibile sfruttare l’ombra delle prime per proteggere le seconde dal sole nelle zone dove quest’ultimo, specie nei mesi più caldi, si fa particolarmente sentire.

Dunque la tecnica ha degli ottimi motivi per essere presa in seria considerazione e visto che l’argomento è interessante merita sicuramente altro spazio e tornerò presto a parlarne, a cominciare da alcune regolette che è bene considerare al momento della messa in pratica della tecnica, intanto una domanda: chi di voi usa la consociazione?
Foto di wohack

  • ciao Gianni, lungi da me qualsiasi pensiero negativo nei tuoi confronti, anzi ho da farti soltanto elogi. Il mio rammarico u00e8 rivolto a tanti altri ortolani che non si sono mai degnati di rispondere sul tema da me preso in considerazione. In ogni caso la mia e-mail u00e8 bruninhoitalia@yahoo.it ed il mio indirizzo u00e8 Maghelli Bruno via Ravera 6 30030 Vigonovo VE cellulare 3477931594

  • Bel post! Io sto studiando l’orto biologico e non vedo l’ora di mettere in pratica queste fantastiche teorie.nIn natura tutto torna!!