Dal genere Hibiscus molte qualità fitoterapiche interessanti
Al genere Hibiscus (della famiglia delle Malvaceae) appartengono oltre 300 specie tra alberi, arbusti e piante erbacee originarie dell’Africa orientale e dell’Asia tropicale. Molte di queste specie vengono coltivare in tutte le regioni tropicali, e in Africa ma trovano impiego come ornamentali anche in Europa e Nord America. In generale il loro fusto può superare i due metri con foglie di diverse forme ma di solito ovali, spesso allungate o trilobate, ed alterne. Il loro fiore è caratterizzato dalla tipica forma a imbuto ed è di colore bianco o rosa, rosso o rossastro negli ibridi. Proprio dai fiori di queste piante (e in particolare dalla specie H. sabdariffa) si ottiene la famosa bevanda conosciuta col nome di Karkadé.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono soprattutto i fiori e, in misura minore, le foglie, le radici, i frutti e i semi. I costituenti principali sono flavonoidi, antociani, vitamina C, mucillagini, acidi organici (acido citrico, malico e tartarico). Molte piante di questo genere presentano interessanti proprietà antinfiammatorie e il tè (o infuso) da esse ottenuto è utilizzato come bevanda dissetante e come fonte di polifenoli ad attività antiossidante.Secondo uno studio effettuato dalla dottoressa Diane McKay e presentato alla conferenza annuale dell’American Heart Association’s, basta bere 3 tazze al giorno di questo tè per ridurre la pressione sanguigna nelle persone a rischio di malattie cardiache, ictus e patologie renali. Inoltre gli studi hanno osservato che l’assunzione degli antiossidanti presenti nelle piante di ibisco aiutano a liberarci dai radicali liberi (molecole che distruggono il DNA) e a proteggerci contro le malattie cardiache e il cancro.
L’ibisco in generale ha inoltre qualità dissetanti, dimagranti, diuretiche, lassative, antisettiche, protegge i vasi capillari ed è molto utile, nei casi di mancanza di vitamine, nell’insufficienza circolatoria, nel sovrappeso e nella stitichezza. In inverno un buon tè caldo è utile in caso di influenze, raffreddori o come semplice depurativo, mentre in estate è ottimo gustato freddo e zuccherato. Si può assumere tramite tisana (1 o 2 cucchiaini di fiori essiccati lasciati in infusione per circa 6/7 minuti in una tazza di acqua bollente, tenendola coperta) più volte al giorno.
Per uso esterno è consigliato nei casi di dermatosi e nei casi di fragilità capillare. Non solo ristabilisce l’equilibrio dell’acido alcalino, ma aiuta ad eliminare le tossine. Inoltre stimola la circolazione sanguigna del cuoio capelluto aiutando il rifornimento delle sostanze nutrienti fondamentali ai follicoli. Queste infusioni possono essere usate per lavare i capelli o possono essere applicate sul cuoio capelluto con della ovatta.
Foto di melop

  • Gianni

    sul sito seedsmania.it vendono i semi di Hibiscus sabdariffa ma non danno indicazioni sulla coltivazione. Potereste fare voi un post sull’argomento?