Quante volte vi sarà capitato di soffermarvi a vedere i banchetti delle asociazioni NO PROFIT che espongono vari bonsai (vabbè, chiamiamoli così) e vi aggredisce una voglia matta di comprarne uno? Ecco, forse non è il modo migliore per procurarsi un bonsai, ma è sempre un buon inizio e una buona prova di “pollice verde”; anche perchè spesso ci si trova subito a dover combattere per la sopravvivenza dell’alberello, stressato dal lungo viaggio dai vivai cinesi e dalla terra pessima in cui vive (un mattone di argilla, praticamente…).
La prima cosa da fare, stagione permettendo (ricordatevi cio’ che vi ho detto nel primo articolo: quando si rinvasano le piante? A primavera, ovvio! e allora anche i bonsai vanno rinvasati in primavera…), è quella di cambiare la terra al nostro neo acquisto; dopo averlo estratto delicatamente dal vasetto di coccio, con un rastrellino (ma può andare anche una forchetta coi denti limati) districate le radici per circa 3/4 del pane di terra originario, cercando di non romperle. Si può intervenire anche con un getto di acqua fine per togliere più velocemente la terra. Preparate un vaso capiente con un buon fondo drenante (ghiaia o cocci rotti) e rinvasate la pianta con del buon terriccio. In linea di massima, per la mia esperienza, vi posso dire che una miscela di terriccio universale e pomice in parti uguali è un buon compromesso per molte essenze. Ponete il vaso all’esterno in luogo riparato e occhio con le annaffiature (sotto un loggiato o un gazebo è perfetto… annaffiate solo quando la terra è asciutta). In tempi brevi vedrete il pargolo cacciare come un dannato (ci credo, con tutta la terra fertile che si trova intorno!!), tanto da dover potare i rami almeno una volta ogni 9-10 giorni. Ma questa è un’altra storia… intanto fate ciò che vi ho detto, per la potatura faremo una lezione tra un po’. Buon bonsai!