Scusate la franchezza ma stiamo mettendo in serio pericolo la Terra! Secondo quanto riportato da un articolo del Corriere.it (che riprende uno studio apparso nell’ultimo numero di Nature), in soli 35 anni, precisamente dal 1970 al 2005, i cambiamenti importanti e repentini del clima, registrati da una ricerca della climatologa Cynthia Rosenzweig della Goddard Institute for Space Science (facente parte della Nasa), sono talmente tali e tanti da riempire un database di quasi 30 mila casi.

L’archivio riporta una casistica sterminata di cambiamenti: dallo scioglimento del permafrost e dei ghiacciai all’aumento delle temperature medie di mari, laghi e fiumi il velocissimo cambiamento del clima porta la natura a tentare una reazione e a mutare comportamenti e abitudini. Capita così che sempre più piante anticipino la fioritura, che molte specie di flora e di fauna si spostino verso nord per sfuggire al riscaldamento climatico, che sempre più specie “aliene” invadano ecositemi sempre più fragili, che i migratori ritardino o non affrontino affatto le migrazioni visti gli inverni ormai più che miti e così via in una escalation irrefrenabile e pericolosa che ha un solo imputato: l’uomo e il suo inquinamento. Questo scenario, mai verificatosi almeno nelle ultime centinaia di migliaia di anni, non è imputabile a cause naturali e si spiega solo con l’aumento esponenziale dei gas serra, inevitabile conseguenza del nostro insostenibile stile di vita.
Eppure non mancano continui segnali di come, distruggendo una Natura altrimenti alleata, distruggiamo noi stessi: leggendo questo articolo di Repubblica.it si capisce che il grosso delle vittime del ciclone Nargis non è dovuto ai forti venti ma alle alte onde che si sono abbattute, senza resistenza alcuna, nel delta del fiume Irrawaddy e sulle popolazioni che lì vivono. Perché le onde non hanno avuto nessun freno, sfogando tutta la loro violenza sulle coste? perché, per più di un secolo, prima per far posto a risaie e allevamenti di gamberi poi a villaggi e pozzi petroliferi, il disboscamento delle mangrovie ha eliminato quella naturale ed efficace barriera che queste splendide piante con le loro incredibili radici garantivano (se volete approfondire la conoscenza de “l’albero che cammina” e addirittura cimentarsi con la sua coltivazione vi rimando al ricco sito di mangrovie.it) .
Quello che emerge anche da questa tragica vicenda è che la Natura è equilibrio, un fragile e armonico equilibrio faticosamente raggiunto in 5 miliardi di anni ma messo a dura prova in una manciata di anni dal più sconsiderato e pericoloso dei suoi figli.