Centrotavola tricolore
Domani si celebra il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia e mi piaceva festeggiarlo (anche) in casa con delle piante che ricordassero apertamente il nostro “tricolore”. Così domenica scorsa mi sono recata dal mio vivaista di fiducia per acquistare le piante con le quali allestire una composizione per il centrotavola. Vista l’enorme possibilità di scelta non è stato semplicissimo decidersi ma alla fine ho optato per il bianco di un bell’ibrido di Gerbera jamesonii e per il rosso vivissimo di un ciclamino, mentre per il verde non ci sono problemi perché lo si ottiene dalle loro foglie. Se la composizione vi piace di seguito ecco alcuni consigli per coltivare le due piante.
La Gerbera jamesonii, nota anche con il nome di margherita del Transvaal (dal luogo del Sudafrica da dove la pianta proviene) è un’erbacea cespugliosa che presenta foglie verde scuro, leggermente lobate e pubescenti nella pagina inferiore; i fiori assomigliano molto a quelli della margherita (solo molto più grandi) e sono composti da molti petali lunghi e sottili che possono essere di colore rosso, giallo, arancione e appunto bianco; da questa pianta si ottengono molti ibridi. La G. jamesonii non è una pianta resistente al freddo e per non metterla a rischio è consigliatissimo coltivarla in vaso e ripararla in casa durante l’inverno; in ogni caso è bene non esporta a temperture inferiori ai 5°C.
La G. jamesonii cresce bene in un terriccio ricco di sostanza organica ma per coltivarla al meglio in vaso serve una miscela che renda il terreno molto sciolto, in grado cioè di scongiurare i ristagni l’acqua, e per questo è bene aggiungere una buona percentuale di sabbia unita a una manciata di perlite. Questa pianta va posizionata in un luogo molto luminoso ma pur tollerando anche il sole diretto e meglio evitare l’esposizione ai raggi solari. Capitolo annaffiature: non devono essere né troppo frequenti né troppo abbondanti perché si rischierebbe lo sviluppo di marciumi radicali. Si concima con un normale fertilizzante universale liquido da somministrare in piccole dosi durante la primavera e l’estate. Si moltiplica sia per seme, sia da divisione che da talea.

Discorso diverso per una bella fetta delle specie di ciclamino perché sono piante molto più facili da coltivare e che sono in grado di regalare molte soddisfazioni a chi le coltiva, che si tratti di un pollice verde oppure no. A differenza della gerbera il ciclamino può essere coltivato in vaso ma anche in piena terra, l’importante è assicurare alla pianta un ambiente fresco e umido ed evitargli la luce solare nei periodi più caldi dell’anno. Il substrato migliore nel quale coltivare il ciclamino è quello composta da terriccio di foglie e/o  humus maturo unito a sabbia. L’unico problema che può sorgere nella coltivazione del ciclamino è l’insorgenza di malattie come le muffe e le marcescenze che possono attaccarlo se il suo tubero rimane a lungo in un terriccio troppo bagnato. Per scongiurare questo rischio è bene annaffiare il ciclamino dal sottovaso tenendolo a contatto con l’acqua per un quarto d’ora dopodiché eliminarla bene. Si annaffia così facendo con regolarità ma occorre far asciugare il terreno prima di procedere con un’altra annaffiatura. Si concima ogni due o tre settimane con il solito fertilizzante liquido universale da aggiungere all’acqua dell’annaffiatura. Si moltiplica da seme. Eliminare sempre le foglie e i fiori secchi.