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L’altro giorno a zonzo per la rete mi sono imbattuto in Victory Gardens, un interessante progetto che riporta la memoria alla seconda guerra mondiale. Il nome deriva infatti dai “Giardini della vittoria” che furono allestiti in tutti gli Stati Uniti dai cittadini americani per far fronte alle carenze alimentari causate dal conflitto.

Furono piantati e coltivati, nei giardini privati e sul suolo pubblico, un numero impressionante di ortaggi, tanto grande da coprire addirittura il 41 per cento del consumo di quel periodo. Il proverbiale patriottismo americano scattò in tutto il paese e centinaia di migliaia di prati, cortili, parchi e giardini fioriti fecero spazio alla produzione di vegetali. Anche San Francisco fece la sua parte e anzi, con gli oltre 800 giardini del Golden Gate Park, i suoi Victory Gardens furono tra i migliori nel paese.

Memori di tale esperienza nella città californiana hanno visto bene di riproporre i “Giardini della vittoria” con obiettivi diversi ma non meno importanti: raggiungere l’indipendenza alimentare e sensibilizzare la cittadinanza ai temi ambientali.
Il programma è un progetto pilota nato nel 2007, della durata di 2 anni, che tramite delle sovvenzioni assicura a chi vuol aderire uno starter kit per partire, l’assistenza necessaria per montarlo e le informazioni e il supporto per poter coltivare gli ortaggi. A tutto ciò si aggiunge la presenza di una banca dei semi a disposizione dei partecipanti al progetto.
Tutto questo ha come obiettivo finale quello di trasformare i  cortili, i giardini, i terreni incolti e addirittura i tetti in una valida forma di agricoltura urbana sostenibile per la città.
Bene, bravi, bis! e da noi? sono possibili iniziative del genere in Italia? conoscete qualcosa di simile?
victory-gardens starter kit

  • Andrea

    In effetti non credo da noi esista qualcosa del genere da noi!
    Fenomeno tipicamente americano e anglosassone in genere.
    Io ho seguito un pò la cosa in rete. Specialmente nelle grandi città americane è di moda coltivare l’orto sul tetto. Ci sono ristoranti che coltivano sui propri tetti e poi dichiarano di usare solo ortaggi coltivati in modo rigorosamente biologico sopra le proprie teste!
    Non solo!Leggevo sempre “su Internet” che a Brooklyn ci sono state battaglie legali..si..battaglie legali tra inquilini di condomini..per poter usare le striscie di terreno tra palazzo e palazzo.Si passava addirittura a quantificare nell’articolo la superficie totale di questi piccoli appezzamenti e si calcolava la quantità di ortaggi,frutti e quant’altro veniva prodotto annualmente in questi “campi tra i palazzi”.
    L’articolo descriveva poi in ultima analisi l’approccio economico alla faccenda.
    Fatto sta che politiche o no collegate a queste nuove tendenze,il primo effetto che suscitano queste letture in me è la gioia di poter vivere in zone dove non si deve salire sui tetti o litigare con “quelli del palazzo accanto”…o dell’orto accanto..per vivere un pò di natura!