Frutta e verdura di stagione: i prodotti di febbraio
Lo scorso venerdì sull’edizione cartacea di La Repubblica (trovate la versione digitale su Kataweb) è uscito un articolo che riporta l’ennesimo allarme per quanto riguarda la frutta e la verdura, questa volta proveniente dalla Gran Bretagna. Stando a quanto afferma il nutrizionista Dale Pinnock infatti, a causa dello sfruttamento intensivo dei terreni e dell’inquinamento, non basterebbero più le canoniche cinque porzioni di frutta e verdura fin qui consigliate dalla dieta Mediterranea ad assicurare al nostro organismo l’apporto quotidiano delle sostanze fondamentali in esse contenute ma ne servirebbero addirittura venti.

Come fa spesso il quotidiano romano poi erano ospitati nella pagina due pareri diversi sull’argomento: da una parte il professor Cannella, docente alla Sapienza, che contesta la tesi inglese ritenendo spropositata la nuova quantità suggerita, non avendo del resto registrato un calo dei valori nutrizionali; dall’altro il fondatore e presidente di Slow Food, Carlo Petrini, che viceversa ritiene più che plausibile la tesi proveniente dal Regno Unito, individuando nell’inquinamento e nello sfruttamento intensivo del terreno le cause principali dell’impoverimento di frutta e verdura. Continuando l’articolo si scopre anche che quattro italiani su dieci non consumano neanche una porzione di frutta o verdura al giorno e che nell’ultimo decennio il consumo di prodotti ortofrutticoli è scesa del 20%. Il quadro che ne esce non è proprio quello che si definisce idilliaco. Ammesso e non concesso che l’allarme inglese sia eccessivo, la qualità di frutta e verdura è comunque innegabilmente peggiorata negli ultimi anni, visto che si trovano sul mercato sempre i soliti prodotti e sempre più insipidi. Ma se questo è il problema, qual è la soluzione? Petrini non ha dubbi individuando per i produttori un nuovo modello di agricoltura basato sulla coltivazione biologica e il più possibile localizzata e, dal lato dei consumatori, in una scelta più cosapevole e responsabile al momento di fare la spesa, che tenga conto della qualità dei prodotti, del fatto che vengano coltivati senza avvelenare mezzo pianeta (e noi per primi) e, ultimo ma non ultimo, della loro stagionalità.

Vediamo allora quali sono i prodotti disponibili in questo periodo dell’anno: Tra la verdura a febbraio è possibile scegliere tra bietole, broccoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo cappuccio, cavolo verza, carciofi, cardi, carote, cime di rapa, finocchi, indivie, patate ( presenti tutto l’anno), porri, radicchio, sedani, spinaci e zucche; meno ricco il carrello di frutta che comprende arance, clementine, mandarini, pompelmi e kiwi oltre alle inossidabili mele e pere.
È vero, purtroppo l’elenco non si discosta molto da quello del mese precedente, anzi è quasi sovrapponibile e questo per le nostre (assurde) abitudini si traduce in “che noia! sempre la stesse cose!”, ma a pensarci bene la scelta tutto sommato non manca e comunque privarsi di qualcosa non è poi così impossibile se si pensa soprattutto che queste scelte potrebbero giovare alla salute del nostro malconcio pianeta.
E comunque la bella stagione, con la sua grande varietà di frutta e verdura, è alle porte, resistete…

  • sì, ho visto anch’io quella pagina e come sempre mi è presa un po’ di depressione. statisticamente, se si mangia frutta a colazione, pranzo e cena, ci sono più probabilità di beccarsi almeno un po’ di benefici… sì, in attesa della bella stagione è meglio puntare sulla quantità. oltretutto i frutti fanno bene alla linea se li sostituiamo ai dolci. No? Buona serata!