Cardo mariano, Liquirizia e Carciofo, 3 piante che aiutano fegato e vie biliari
Il fegato è una ghiandola vitale del nostro corpo, in grado di metabolizzare tutto quello che viene introdotto nell’organismo. Le sue funzioni sono molte e complesse, in perfetto equilibrio con tutto il resto del corpo. Purtroppo i danni epatici causati dai medicinali e dalle loro interazioni, dalla cattiva alimentazione, dall’inquinamento ecc., sono sempre più frequenti. Per aiutarci a evitare problemi del genere ci possono venire incontro le piante medicinali che spesso offrono la possibilità di prevenire i danni o addirittura evitare in alcuni casi di assumere medicinali.
Tre, in particolare, sono le piante che aiutano a proteggere il fegato e ne aiutano la depurazione: il Cardo mariano, la Liquirizia e il Carciofo.
La pianta più studiata è il Cardo mariano (Silyhum marianium) per i flavolignami, un complesso contenuto nei suoi semi e costituito da tre molecole (silibina, silicristina e lidianina) e chiamato siliramina. La sua proprietà è quella antiossidante contro i radicali liberi, inibente della perissodazione dei lipidi, antinfiammatoria e antifibrotica. Inoltre stimola la biosintesi proteica e accelera la rigenerazione epatica.
Dunque la siliramina migliora la funzionalità dell’epatocita e quindi esplica un’attività epatoprotettrice e antinecrotica, senza praticamente nessun tipo di tossicità. La siliramina viene utilizzata anche come sostanza che migliora lo stato della pelle con applicazioni esterne.

La principale componente della Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), è la glicirrizina (saponina triterpenica costituita da sali di calcio e di ammonio dell’acido glicirrizico). Ma ci sono anche altre saponine (glabranina, glicirretolo ecc.), flavonoidi, cumarine e fitosteroli. Tra le varie sostanze indicate dai fitoterapeuti, oltre naturalmente la siliramina, la glicirrizina, è quella più interessante.
La glicirrizina serve in tutte le epatopatie croniche soprattutto quando ci sia l’indicazione a una terapia con cortisone. Essa riduce i livelli di transaminasi e la riduzione dei trigliceridi negli epatociti, oltre a stimolare la produzione di interferone -y.
La Liquirizia ha proprietà antinfiammatorie e antiradicali liberi, sembra infatti che diminuisca i fenomeni di perissodazione lipidica e ostacoli l’azione dei radicali liberi dell’ossigeno.

Terza pianta consigliata è il Carciofo (Cynara scolymus) la cui componente principale è la cinarina insieme ai polifenoli, flavonoidi, (luteolina), tannini e i derivati dell’acido caffeico, poliacetileni, steroli, acidi organici e sali minerali. L’effetto epatoprotettivo contro le tossine esogene è stato dimostrato per i vari componenti, come cinarina, luteolina, acido clorogenico e l’acido caffeico. La cinarina protegge anche le cellule epatiche isolate dall’effetto della galattosamina. Tutto ciò è dovuto a una attività antiossidante dimostrato dalla cinarina e dall’acido clorogenico. Inoltre essa ha un importante ruolo nell’abbassare il livello del colesterolo. Di solito gli estratti di carciofo sono molto ben tollerati a livello gastrico, si dovrebbe tuttavia evitarne l’assunzione insieme ai farmaci che possono danneggiare lo stomaco.
Per la cura delle malattie del fegato è IMPORTANTE evitare le piante medicinali sotto forma di derivati a contenuto idroalcolico.
In ogni caso, e come sempre, è bene comunque confrontarsi con il proprio medico curante per sapere se e come assumere le varie sostanze.