Tamarindo, non solo fresca bevanda estiva, ma anche regolatore intestinale
Il tamarindo (Tamarindus indica) è un albero maestoso, sempreverde che vive piuttosto a lungo, appartenente alla famiglia delle Leguminose, originario del Madagascar e poi diffusasi anche in aree tropicali dell’Asia. La sua altezza può raggiungere i 30 metri, mentre la sua circonferenza arriva a più di 7 metri. Le foglie sono lunghe fino a 15 cm., i fiori sono riuniti a grappoli di colore giallo con striature rosse o arancioni, mentre i frutti sono baccelli penduli dalla forma leggermente incurvata lunghi dai 10 ai 15 cm. ed hanno una colorazione marrone; i semi, da 4 a 12 per ogni baccello, sono inseriti in una polpa giallastra o bruna dal sapore leggermente aspro ma gradevole. Questa polpa viene usata in cucina sia come ingrediente per la salsa (“Worcestershire”), sia come bevanda (soprattutto in Italia lo sciroppo al tamarindo). Ha sapore acidulo, ma comunque piacevole, che può variare a seconda che il frutto sia ben maturo o ancora acerbo. Ma oltre ad essere utilizzato in cucina, il tamarindo ha ottime proprietà nutrizionali.I costituenti principali sono pectine e zuccheri semplici. La polpa è ricca di zuccheri, ferro, potassio, calcio, vitamine ed altri acidi organici.
La proprietà principale è quella lassativa, con meccanismo osmotico, che richiama e trattiene acqua a livello intestinale, con conseguente effetto lassativo. Non si usa più l’estratto o la tintura bensì la marmellata preparata con la polpa del frutto. Alle basse dosi infatti la polpa del frutto manifesta principalmente un’ azione rinfrescante, ma aumentando le dosi diventa un regolatore della funzionalità intestinale fino ad esercitare un effetto lassativo e purgante, senza tuttavia provocare dolori al colon. Ha anche proprietà antiinfettive ed antibatteriche, per cui lo si usa talvolta nel trattare febbri reumatiche e dissenteria.
L’effetto antiossidante nel complesso si è rivelato paragonabile a quello dell’acido ascorbico; recentemente sono state scoperte all’interno della sua polpa alcune sostanze antiossidanti come l’acido ellagico, l’acido clorogenico, l’acido caffeico ed alcuni diversi flavonoidi. Infine da segnalare anche l’attività ipoglicemizzante dell’estratto acquoso di tamarindo.
Per finire la pianta si presta meravigliosamente per creare splendidi bonsai, ma in questo caso non tocca a me parlarne.
Foto di Cristóbal Alvarado Minic