Marrubio, mucolito e digestivo
Il marrubio (Marrubium vulgare) è una pianta aromatica della famiglia delle Labiate. Originaria dell’ Europa, del nord Africa e dell’Asia, ha fusto eretto, quadrangolare, scarsamente ramificato. Le foglie sono ovali e pelose con una superficie densa e solcata da numerose nervature. I fiori sono di colore bianco-azzurro disposti a grappoli sul fusto principale. Si tratta di una pianta erbacea sempreverde, che somiglia molto alla menta e cresce fino ai 60 cm di altezza. Vive in luoghi aridi, in mezzo ai ruderi e alle macerie, ai margini delle strade, nei terreni sassosi, nelle posizioni assolate, sia in pianura che in montagna. Il nome marrubio deriva dall’ebraico Mar che vuol dire amaro e Rob che significa succo.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono le foglie e le sommità fiorite.I costituenti principali sono sostanze amare, triterpeni, lattoni sesquiterpenici (marrubina), flavonoidi e derivati dell’acido caffeico, insieme all’olio essenziale.
Il marrubio è utilizzato tradizionalmente come mucolitico e sedativo della tosse, in particolare nelle affezioni catarrali croniche dell’apparato respiratorio.
Viene utilizzato anche nel trattamento delle turbe del processo digestivo, nelle epatopatie e nelle affezioni a carico delle vie biliari, inoltre contiene proprietà amaro-toniche aromatiche, che portano vantaggio nelle forme influenzali e nelle inappetenze. Possiede proprietà coleretiche (aumento della produzione della bile) e colagoghe (aumento de flusso della bile) ed epatoprotettive, dovute al prodotto d’idrolisi della marrubina, l’acido marrubinico.
Impropriamente utilizzato anche per combattere l’obesità.
Controindicazioni per chi soffre di gastrite, ulcera peptica e ipersensibilità accertata verso uno o più componenti. In ogni caso prima di assumere il prodotto è sempre bene chiedere informazioni al proprio medico curante.
Foto di Eugene Zelenko