Cosa coltivare nell’orto, r come ravanello

Non c’è niente da fare, l’inverno vi fa un baffo e non frena minimamente la vostra “mission” orticola: volete coltivare ortaggi anche nel periodo climatologicamente più brutto dell’anno, anche se è quello che meno si presta all’attività. Niente paura, se ci si è attrezzati alla bisogna, in questi tristi e freddi mesi l’orto riduce la sua produzione ma non entra completamente in riposo, qualcosa da coltivare lo si trova sempre: dopo la cicoria da taglio e da raccolta ecco un altro ortaggio, il ravanello, che è possibile seminare anche in pieno inverno a patto di prendere qualche doverosa precauzione.

Classificato nella vasta famiglia delle Brassicaceae (più di 300 generi e qualcosa come 3.000 specie), il genere Raphanus comprende la specie sativus, quella che comunemente chiamiamo ravanello comune, anche se questa classificazione non trova d’accordo tutti i botanici. Coltivato fin dall’antichità il ravanello è talmente comune nei nostri orti e nelle nostre tavole che risulta superflua la sua descrizione botanica, basta semmai accennare alle molte varietà selezionate che è possibile trovare e che si differenziano per forma, dimensione e colore della radice.
Anche se il periodo migliore per seminarlo va da febbraio ai primi di maggio, il ravanello può essere coltivato anche nei mesi più freddi se lo si fa nelle zone a clima mite (non rarissime in buona parte del Meridione) o se si semina in coltura protetta: meglio in una serra, anche piccola, ma si ottengono ottimi risultati anche con un piccolo tunnel, senza scordare che può essere coltivato anche in balcone, argomento al quale dedicare magari un post apposito. Vediamo rapidamente qualche consiglio colturale.

Ciclo produttivo
Il ciclo produttivo del ravanello è annuale e la sua crescita risulta molto rapida tanto da fargli occupare il terreno per un periodo che oscilla dai 30 ai 60 giorni. Seminando in questo mese la permanenza si può però allungare fino a 80 giorni e oltre. Importantissimo è raccoglierlo al momento giusto: tenerlo nel terreno è controproducente perché la radice ingrossata tende a spaccarsi, risulta alla lunga più spugnosa e più dura ed eccessivamente piccante.

Clima
Molto versatile sotto questo aspetto, il ravanello si adatta a molte condizioni climatiche, incluse quelle dei mesi più freddi, sempre però se fatto crescere con qualche protezione. Il problema è semmai l’opposto: va evitata la coltivazione nei periodi più caldi dell’anno perché il ravanello sviluppa precocemente il fiore e forma una radice caratterizzata da una piccantezza eccessiva.

Terreno
I terreni sciolti, organici e soffici sono quelli nei quali il ravanello dà il meglio di sé risultando tenero, croccante, dolce e con un grado di piccantezza limitato; è sconsigliato invece seminare in terreni grossolani e sassosi mentre è assolutamente da evitare un terreno non drenante. Il pH migliore è quello che oscilla tra neutro e leggermente acido .

Semina
Visto che sfrutta la parte superficiale del suolo, nel preparare il terreno per la semina non è necessario andare troppo in profondità, limitandosi ai primi 20-25 cm di terra. La semina può essere effettuata sia a spaglio che in piccoli solchi, soluzione quest’ultima da preferire per una migliore gestione della coltivazione. Qualunque sia il metodo adottato è sempre bene non lesinare con i semi ma effettuare successivamente il diradamento, appena le piccole piantine avranno prodotto un paio di foglie e lasciando 8-10 cm di spazio tra una e l’altra.

Concimazione
Aspetto trascurabile quando si parla di ravanello: la sua crescita rapida e le sue modeste esigenze nutritive rendono l’utilizzo di concimi praticamente ininfluente; al limite, in presenza di terreni particolarmente poveri, può trarre vantaggio dall’essere seminato dopo piante, come pomodori e melanzane, che necessitano di importanti interventi di concimazione.

Acqua
Poco ma costante, con l’obiettivo finale di mantenere con una certa umidità, ma non zuppo, il terreno: questo, in estrema sintesi, l’apporto idrico ideale del ravanello. Attenzione alla regolarità: somministrando acqua con frenquenza alterna si rischia di ottenere una produzione difforme nelle dimensioni, più dura ed eccessivamente piccante, senza contare che le radici, così trattate, tendono a spaccarsi. Bagnare delicatamente, a pioggia, servendosi di un annaffiatoio con irroratore “a cipolla” e usando acqua a temperatura ambiente, specialmente nelle colture protette.

Lavorazioni

Davvero limitate le lavorazioni per quanto riguarda il ravanello. A parte la diradatura, occorre far attenzione, con la scerbatura, al controllo delle erbe infestanti e, con la sarchiatura, a non lasciare il terreno troppo duro in superficie.

Parassiti e malattie
I ravanelli possono subire attacchi parassitari da diversi insetti e in modo particolare dalle larve e dagli esemplari adulti di Altica oleracea, anche se di solito risulta essere una coltura che presenta pochi problemi.

Rotazione
Non segue sé stesso né gli appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae come per esempio i cavoli (tutti) e le rape.

Consociazione
Grazie alla sua rapidità di crescita il ravanello si presta bene alla consociazione con altri ortaggi come prezzemolo, lattughe e radicchi.

Foto di Dawn Endico

  • Carlo Mancini

    Scusate se commento in questo post per un altro argomento ma non sapevo come contattarvi.rnVi scrivo perchu00e8 avrei bisogno di una “rassicurazione”…Domenica(14 novembre) ho potato la mia vite nella mia casa fronte-mare…leggo che solitamente la potatura va effettuata in gennaio-febbraio…che succederu00e0 ora alla mia povera vite!!?? rnVi ringrazio per la disponibilitu00e0 rnCarlo (Roma)