Cosa coltivare nell'orto, P come Porro

L’ormai classico appuntamento con “Cosa coltivare nell’orto”, si occupa questa settimana di un altro squisito, irrinunciabile ortaggio appartenente alla fondamentale famiglia delle Alliaceae: il porro.

L’Allium porrum è originario del Medio Oriente e dell’Europa ed è conosciuto e coltivato fin dall’antichità: in uso nell’antico Egitto è citato nella Bibbia, Nerone ne faceva un uso smodato tanto da venir soprannominato “porrofago”. Da un punto di vista morfologico le sue foglie ricordano molto da vicino l’aglio ma a differenza di quest’ultimo non sviluppa i suoi bulbilli tipici ma ingrossa uniformemente un falso fusto che è poi la parte edibile. Il porro viene coltivato come annuale ma volendo produrre i semi il suo ciclo naturale si conclude il secondo anno quando emette lo scapo floreale dando vita alla tipica infiorescenza sferica caratterizzata da fiori bianco-verdastri che producono semi neri del tutto simili a quelli della cipolla. Le principali varietà si differenziano per periodo di semina (estiva, autunnale e invernale) nonché per le sue dimensioni, distinguendo tra varietà lunghe e corte; le più famose sono il lungo gigante d’inverno, il Mostruoso di Carentan e il gigante d’Italia.

Ciclo produttivo
Il porro occupa il terreno mediamente tra i 110 e i 200 giorni; la sua produzione media si aggira dai 2 ai 5 kg per metro quadro.

Clima
Il porro è un ortaggio che si adatta bene a diverse situazioni climatiche e resiste piuttosto bene anche alle basse temperature. Per farlo crescera al meglio però quelle ottimali oscillano tra i 12 e i 22° C.

Terreno
Il terreno ideale per la coltivazione del porro è di medio impasto, sciolto, drenato e ricco di sostanza organica. Il pH migliore è lievemente acido.

Semina e trapianto
Il porro è un ortaggio che può essere coltivato in vari periodi dell’anno. In semenzaio protetto lo si semina da dicembre a gennaio (per raccolgierlo tra giugno e luglio), in quello all’aperto (non protetto) da marzo a giugno (raccolta da agosto a novembre) e anche a settembre mentre direttamente a dimora lo si può seminare da marzo a a luglio (pronto da dicembre ad aprile). Il seme va ricoperto con uno strato sottile di terra (0,5-1 cm) e le piantine vanno diradate quando hanno raggiunto i 5 cm di altezza lasciando una distanza di almeno 7-8 cm tra di esse. Si trapiantano quando hanno raggiunto 15 cm circa di altezza e approssimativamente il diametro di una matita in solchetti di 10-15 cm di profondità in file distanti una 30 di cm tra di loro e dai 7-8 ai 20 cm sulla fila.

Concimazione
Se il terreno di coltura del porro è particolarmente povero di sostanza organica si deve intervenire con letamazioni molto anticipate usando letame o compost ben maturi (almeno 10-12 mesi). Se invece il terreno è sufficientemente organico le letamazioni non sono necessarie e anzi possono rivelarsi potenzialmente negative perché sembra che un’eccessiva fertilizzazione renda i porri meno resistenti al gelo.

Acqua
Se all’inizio della coltivazione l’esigenze idriche possono essere definite moderate successivamente il porro necessita di notevoli quantità di acqua per crescere al meglio.

Lavorazioni
Le lavorazioni che interessano la coltivazione del porro sono essenzialmente la sarchiatura, per arieggiare il terreno ed eliminare le erbacce, e la rincalzatura, ovvero l’operazione di addossare la terra al falso fusto allo scopo di farlo imbiancare; questa operazione viene effettuata di solito 3 settimane prima della raccolta.

Parassiti e malattie
Le principali malattie che colpiscono il porro sono la fusariosi, la peronospora e la ruggine mentre tra i parassiti si segnalano i nematodi, la mosca della cipolla, la mosca del porro e la tignola del porro.

Rotazione
Il porro non segue sé stesso (è bene aspettare almeno 3 anni prima di un suo nuovo impianto) né le altre specie appartenenti alla sua famiglia, né patata, cavoli e barbabietola.

Consociazione
Il porro può essere consociato con sedano, lattughe e carota: da provare con quest’ultima (in file alternate) perché sembra che l’una tenga lontana la mosca parassita dell’altra e viceversa.

Foto di bfraz