Goji, pianta miracolosa o abile operazione di marketing?

Bacche di Goji (Lycium barbarum) - Foto di Antonio Tajuelo - Flickr
Da un po’ di tempo a questa parte non faccio che sentir parlare di una pianta originaria della Cina chiamata comunemente Goji. Il motivo di tanta celebrità deriva dall’interesse che si è scatenato intorno al suo frutto, una bacca, che contiene la più alta concentrazione di antiossidanti presente in natura, tanto che chi studia la materia sta riscrivendo le tabelle del test ORAC. Per chi non sapesse cos’è questo test, ORAC è l’acronimo di Oxygen Radicals Absorbance Capacity ovvero la Capacità di Assorbimento dei Radicali dell’Ossigeno e, detto in soldoni, misura la capacità antiossidante dei vari alimenti. Di questo test ne ha parlato anche Franco dedicandogli post ma proponendo una classifica non aggiornata e priva dei valori del Goji. Visto che l’esperto dell’argomento è momentaneamente indisponibile (rimettiti in forma, grande Franco!) ho deciso di scoprire un po’ di più su questa pianta e ho per questo contattato un lettore, Marco Tacconi, che ha acquistato il Goji in occasione di Orticola, per farmi raccontare la sua esperienza con questa pianta. Prima di vedere cosa dice Marco in proposito vediamo però quel poco che so sul Goji.
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