Parliamo di bonsai??

Bonsai

Andiamo per ordine…la parola “bonsai” proviene dalla fusione di due vocaboli giapponesi: “bon” che significa vaso e “sai” che vuol dire coltivare. Da qui l’interpretazione corretta che identifica la parola bonsai come albero coltivato in vaso. Tante volte si pensa che un bonsai sia una pianta di una specie botanica particolare, nella cui genetica sia scritto che essa viva in un vaso…ma non è così: UN BONSAI È UN ALBERO, niente di più… e, come i normali alberi che si osservano in natura, ha bisogno esattamente delle stesse cure. Per coltivare con successo i bonsai bisogna fissare in testa bene questa cosa, effettuando tutti i nostri interventi nel rispetto del ciclo della pianta. Spesso, infatti, i bonsai muoiono per troppa premura, che ci porta ad essere ossessivi nei suoi confronti e, magari, annaffiarlo troppo… ricordatevi che un bonsai sopporta meglio una carenza di cura che un eccesso. Bene… intanto cominciate a fissarvi in testa queste nozioni, elaborate una mentalità ZEN, considerando che un bonsai è come un bambino (vedremo poi che anche in questo caso vi sono gli stadi di crescita come negli umani!!), e, come tale, non possiamo farlo crescere come, dove e quando vogliamo, ma saremo noi che dovremo essere pazienti e assecondare le “scelte” e le “ripicche” di crescita del nostro piccolo figlio. Buon bonsai!

La rosa, è il periodo della potatura

RosaCome non iniziare dalla regina dei fiori, sua Maestà la Rosa?
Torneremo spesso a parlare di questo incredibile fiore che ha da sempre suscitato nell’uomo un fascino insondabile e misterioso.
Ciò che preme ricordare in questo post che è tempo (salvo un improbabile colpo di coda di un inverno che inverno non lo è stato) di potare le nostre rose. Il periodo migliore infatti è marzo e aprile, il periodo durante il quale le gemme cominciano a gonfiarsi. Tutto poi dipende dal clima ma è comunque da sconsigliare la potatura tardiva, quando cioè i getti sono già lunghi; ai rosi a cespuglio vanno lasciate massimo 7 gemme (5 l’ideale) contate dal basso verso l’alto e tolto tutto il resto compresi logicamente i rami secchi o troppo sottili per prendere forza.
se il vostro roso invece è sarmentoso (cioè che si sviluppa con rami lunghi e flessibili che possono essere rampicanti o ricadenti) dovete lasciare i tralci di 2 o 3 anni dove si concentrerà il maggior numero di fiori ripulendo come al solito da rami vecchi e secchi e lasciando 4 o 5 gemme ai getti laterali.
In generale il taglio va fatto in diagonale, inclinato verso il lato opposto a quello dove è presente la gemma, ma solo un po’ di esperienza vi permetterà di operare al meglio.