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La cara Antonietta, mia vicina di casa nei mesi estivi, ama tantissimo le piante; pensate che quando arriva da Genova, appena scaricati i bagagli si fa portare dal figlio a comprare subito alcune piantine fiorite che sistema con grazia nel suo giardinetto dietro casa.  L’anno scorso mi ha regalato una pianta di Agapanto che, pur essendo abbastanza comune, dalle mie parti non viene coltivata frequentemente e io ne sono rimasta affascinata. Nonostante le rassicurazioni di Antonietta, “stai tranquilla, questa pianta non ha bisogno di niente, è rustica”,  mi sono documentata su come va coltivata e ho scoperto che, a dispetto dell’apparente delicatezza dei fiori che produce, è veramente una pianta robusta (come sempre Antonietta aveva ragione) e che ha bisogno di pochissime cure.

I fiori campanulati si ergono  su uno stelo centrale formando un globo (ombrella) che in alcune varietà è formato da duecento fiori. A seconda delle varietà poi possiamo trovare piante con foglie scure e coriacee con fiori celesti (l’A. africanus), oppure con foglie ricadenti e fiori blu (A. Orientalis), quest’ultima  fra l’altro, fra le più diffuse.
L’Agapanto fa parte della famiglia delle Liliaceae, perenne, a fioritura estiva. È una pianta originaria del Sudafrica e venne introdotta in Europa alla fine del 1600. La sua collocazione ideale è vicino all’acqua, stagni o ruscelli, ma può essere coltivata con facilità nei giardini e nei vasi, purchè le vengano garantite costanti innaffiature  ed esposizione  a Sud, Sud-Ovest.
Sopporta una temperatura invernale fino a -5°, quindi in molte regioni del nostro Paese può essere tranquillamente coltivata in piena terra, magari avendo l’accortezza di coprirla in inverno con uno strato di foglie secche; nelle regioni a clima rigido in inverno deve essere riparata in serre fredde o in locali luminosi con temperature non superiori agli 8°. Potete anche dissotterrare i bulbi e conservarli in un luogo buio e fresco per poi rinterrarli a marzo-aprile a circa 12/ 15 cm.  di profondità e ad una distanza di 40 cm. l’uno dall’altro. L’Agapanto ha un apparato radicale estremamente forte, tanto che può arrivare a rompere i vasi in terracotta. Vi consiglio pertanto  l’utilizzo di vasi  in plastica o comunque contenitori robusti. Il terreno deve essere argilloso con aggiunta di sabbia e con una buona percentuale di stallatico maturo. Si può favorire la fioritura con concimazioni liquide almeno ogni 15 giorni (solo nel periodo vegetativo naturalmente).
Il modo più semplice per riprodurlo è per divisione da eseguire possibilmente a marzo o a settembre, dopo la fioritura. Potete immergere il tubero nell’acqua per alcune ore e poi staccare i bulbi più piccoli dalla pianta madre e rinvasarli separatamente i vasi  piccoli che andrete a sostituire successivamente con vasi di dimensioni maggiori. Le vostre nuove piantine cominceranno a fiorire già dal secondo anno. E allora, buon Agapanto a tutti!!

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