In fiore dal dicembre scorso, questa piccola piantina di Phalaenopsis non ne poteva più del suo minuscolo vaso così, anche se ancora in fioritura, ho approfittato dell’occasione per filmare il suo rinvaso.

L’operazione è piuttosto semplice e la prima cosa da fare è estrarre delicatamente la pianta dal vaso e ripulire le radici dal substrato, sempre con delicatezza e cercando di non danneggiarle. Una volta compiuta questa operazione è importante controllare lo stato di salute dell’apparato radicale ed eventualmente tagliare le radici marce o morte ma anche accorciare quelle troppo lunghe che potrebbero ostacolare l’operazione del rinvaso. Una volta sistemata la pianta occorre preparare il substrato. Quello per le orchidee del genere Phalaenopsis può essere un composto di varia natura ma deve avere come costante le caratteristiche di mantenere umidità e insieme un buon drenaggio, non deve compattarsi ma lasciar respirare le radici,  garantendo loro al contempo un buon supporto dove ancorarsi. la scorza di pino (o bark) è il materiale che meglio soddisfa queste esigenze ed è praticamente il componente principale di tutte le miscele impiegate, ma non l’unico. Io uso una miscela composta dal 70% di bark a pezzatura fine (indispensabile per piante di piccole dimensioni: se non lo trovate armatevi di pazienza e spezzetate il più possibile la comune scorza di pino) unito al 15% di sfagno secco (che assicura una ulteriore riserva idrica), al 10% di terriccio di foglie (per fornire un po’ di elementi nutritivi) e a un piccola parte (un 5%) di cenere di legno. La cenere di legno, oltre a fornire fosforo e potassio, serve per bilanciare il pH del substrato che di solito tende all’acido anche per la presenza dello sfagno. Una volta mescolate le varie componenti si otterrà la miscela con la quale riempire il vaso che dovrà essere preferibilmente di plastica, più leggero e meno traspirante di quelli in terracotta. Sul fondo del vaso è consigliabile disporre un sottile strato di polistirolo, preventivamente tagliato in piccoli pezzetti, utile per garantire un ottimo drenaggio. A questo punto si comincia con l’operazione del rinvaso vera e propria sistemando prima un po’ di substrato piazzando poi la pianta, centrandola il più possibile. Si procede con il riempimento del vaso facendo attenzione a colmare ogni zona aiutandosi ogni tanto picchiettando delicatamente la superficie del vaso stesso. Una volta riempito il contenitore serve un’ultima importantissima operazione: dovete bagnare molto bene il substrato, lasciando magari per un po’ si tempo il vaso immerso in una bacinella.
Ricordate che per i primi tempi non è facile mantenere umido il bark quindi saranno necessarie frequenti annaffiature per non stressare troppo la pianta. A tale scopo è consigliato aumentare la frequenza giornaliera di vaporizzazioni.