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Nomisma anticipa uno studio condotto in collaborazione con la rivista “Vita in campagna” che verrà presentato in occasione della Fieragricola di Verona (in programma per gli inizi di febbraio) e che fotografa il fenomeno degli “hobby farmer”, o agricoltori amatoriali, nel nostro paese arrivando alla conclusione che quella di coltivare l’orto è una passione molto diffusa tra gli italiani.
E trasversale, perché investe, praticamente in egual misura, tutti i settori economici, dal dipendente pubblico al libero professionista, dal medico al dirigente, dall’operaio al pensionato, e, cosa piuttosto singolare, tutti settori in sostanza slegati dal lavoro di agricoltore professionista. Lo studio infatti non prende in considerazione non solo chi fa dell’agricoltura la principale occupazione ma neanche coloro che vi dedicano meno del 50% del loro tempo, figura che viene definita di agricoltore part-time.

Dall’anticipazione dell’interessantissimo studio di Nomisma (scaricabile a partire da qui) emerge anche un altro aspetto dell’agricoltura che dovrebbe suonare come un campanello d’allarme sul suo stato di salute, ovvero, nel decennio dal 1990 al 2000, la cessata attività di circa 430 mila aziende agricole e, di conseguenza, un potenziale calo di superficie coltivata a scopo agricolo di quasi 2 milioni di ettari. L’importante area lasciata libera negli anni successivi non è stata “riassorbita” dalle aziende agricole in attività, visto che la superficie media coltivabile di quest’ultime è rimasta stabile (intorno ai 5 ettari), ma dall’analisi di immagini satellitari, svolta nello stesso decennale lasso di tempo, si è scoperto che il calo della superficie agricola è stato di soli 143.000 ettari. Che fine ha fatto il resto del territorio? Semplice: nella stragrande maggioranza dei casi è diventato il terreno per gli ortaggi di questo vero e proprio esercito di agricoltori amatoriali che, un po’ per passione e un po’ per necessità, ha nel tempo imparato a coltivare l’orto.

Certo, figlia forse anche della crisi che costringe le famiglie a far quadrare i conti, ma la passione degli italiani per l’orto ha anche altre importanti ragioni. Innanzitutto la prospettiva di ottenere prodotti per il fabbisogno familiare e magari da regalare ad amici e parenti, ma anche per avere la sicurezza di mangiarsi ortaggi più buoni e più sani o, più semplicemente dopo le dure e monotone ore lavorative, per svagarsi e stare all’aria aperta. L’area coltivata media è di circa 1, 3 ettari (spesso comprensivi di parti boschive) e le preferenze colturali vanno in prevalenza per gli ortaggi, la frutta, la vite e l’olivo.

C’è un altro aspetto interessante, e tutt’altro che secondario, che riguarda il ruolo di “tutori del territorio” che hanno i coltivatori amatoriali. Con le aziende agricole in diminuizione infatti gli hobby farmer contribuiscono all’importante opera di conservazione del paesaggio e dell’ambiente che è una delle caratteristiche più a rischio del nostro meraviglioso e fragile Paese.

  • Oramai con la crisi dell’agricoltura (i prezzi di vendita dei prodotti agricoli abbassano continuamente, mentre i prodotti finali olio, pane ed altri, aumentano giorno per giorno) anche chi non ha solo un fazzoletto di terra tende ad abbandonare la coltivazione dei terreni, io come già ho avuto occasione di dire di terreno ne ho 8000 metri, eppure ormai ne uso solo una piccola parte per piantare qualcosa per la famiglia, fra ulivi e mandorle ho più di cento alberi e li ho praticamente lasciati a se stessi, li uso solo per rivarne legna non c’è più un ritorno economico per cui mi convenga continuare ad occuparmi di loro. Di conseguenza mando avanti solo l’orticello, ma solo per passione è per avere qualcosa che mentre la mangio so di dove arriva, che se poi la volessimo guardare dal lato economico mi converrebbe comprarli quei prodotti.
    Dai un’occhiata a questo post
    http://carolemico.myblog.it/archive/2009/12/03/io-e-la-mia-terra.html

  • Si tratta di un rovesciamento di tendenza importante, è vero. Un altro fenomeno interessante è quello degli “orti sociali”, ossia gli orti attrezzati anche per contadini diversamente abili. Da poco ne è nato uno nel parmense. Ho rilanciato la news uscita su Superabile.it ma andiamo online lunedì 25… casomai dateci un’occhiata! buon fine settimana, ciao! :-)

  • Questa sì che è una bella notizia! metto il link diretto, grazie mille Alessandra, buon fine settimana anche a te!

  • FRANCO DA GENOVA

    Bello l’articolo sul popolo di AGRICOLTORI AMATORIALI. Mi viene da fare una domanda:( sono anni che mi gira per la testa ). Perchè lo stato, le regioni e i comuni non offrono la possibilità di coltivare qualche pezzetto di terreno incolto a chi ne fa richiesta o addirittura poter allevare qualche capretta o qualsivoglia animale dove sia possibile. Visto che oramai dove ti giri giri vedi quei prati incolti, quasi adibiti a discariche? Naturalmente le isituzioni menzionate non dovrebbero chiedere niente di affitto ( mi sembra logico ). Anzi!!! Dovrebbero venirci incontro se ci fosse da sistemare una piccola stalla o qualche vecchia casetta. Credo forse nelle favole? Ci sarà qualcuno che la pensa come me? Un salutone a tutti.

  • Ciao Franco, l’idea è tutt’altro che da buttare ma cmq già praticata da molte amministrazioni che, su richiesta, danno in gestione piccoli appezzamenti di terreno da coltivare a orto, non so se fa lo stesso la tua meravigliosa città, prova a informarti. A presto

  • FRANCO DA GENOVA

    Ciao Gianni, quello che mi dici io non lo sapevo. Come dico sempre: c’è sempre da imparare! Ti ringrazio della dritta ed ora mi informerò. Salutoni. franco

  • FRANCO DA GENOVA

    Ciao a tutti! Rieccomi qua per una domanda: oggi ero nel mio orto e guardavo un fico che ha un diametro di circa 15 cm. , fa dei fichetti piccoli e secchi. Cosa potrei fare per poter avere dei fichi mangiabili? Posso innestarlo con un altro fico? Oppure con qualche altro frutto? se si quale frutto? Grazie infinite e un salutone. franco