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Girovagando per la grande Rete mi ha molto incuriosito un post che ho trovato su Inhabitat e che parla di Urb Garden, un prototipo potenzialmente interessante che unisce lo smaltimento degli scarti della cucina con la coltivazione degli ortaggi in casa.

Spesso per chi abita in città coltivare un orto è una passione impossibile da soddisfare: il terreno che servirebbe allo scopo è monopolizzato da asfalto e cemento e i pochi fazzoletti di suolo liberi sono giustamente impiegati per piccoli parchi e giardini pubblici. DRisulta difficoltoso, specie per chi abita in condominio, anche effettuare la raccolta cosidetta dell’umido, cioè degli scarti organici provenienti dalla cucina. Ecco che allora appare interessante l’idea sviluppata dal designer Xavier Calluaud che in una soluzione all-in-one unisce l’esigenza di provare a coltivarsi qualche ortaggio orgogliosamente da soli insieme all’opportunità di riciclare in maniera utile una bella fetta di rifiuti che altrimenti finirebbe in discarica.

Urb Garden è una sorta di giardino verticale costituito da dei recipienti modulari comunicanti tra di loro e collegati a un contenitore che funge da compostiera, nel quale cioè buttare gli scarti organici provenienti dalla cucina per produrre poi sostanze nutrienti per le piante. Il tutto è alimentato da un sistema a goccia che trasporta una miscela di acqua e elementi nutritivi (quelli prodotti dalla compostiera) alle piante più alte; da lì, a caduta, la miscela arriva a tutti gli altri contenitori con dentro le piante per poi finire nel serbatoio posto alla base dell’urb garden pronta a ripartire per un nuovo ciclo. Una volta che le piante sono cresciute  i moduli che le contengono possono essere rimossi con facilità per la raccolta o per il rinvaso.

Urb Garden è un’idea di Xavier Calluaud (da qui invece Xavier su Twitter),un giovane designer australiano laureato in Industrial Design presso l’University of Technology di Sydney molto interessato alla progettazione sostenibile e alle questioni ambientali, le stesse che lo hanno spinto a progettare questo sistema.

Certo, i dubbi non mancano (per esempio non ho ben capito come si ottengono gli elementi nutritivi e come si miscelano con l’acqua) e andrebbe sperimentato in prima persona per vedere la reale efficacia del sistema ma l’idea che sta alla base di Urb Garden è davvero buona perché se funziona porta almeno tre vantaggi: si producono ortaggi in proprio e sul balcone di casa (il massimo del Km 0), si evita l’inquinamento da trasporto (e i rifiuti del confezionamento) e si riciclano gli scarti organici riducendo la produzione di rifiuti.

Secondo me, per quel che promette, vale la pena seguire la cosa per vedere se funziona davvero e se avrà un futuro; e voi, cosa ne pensate?