Abitare nei pressi di un roseto importante come quello dedicato a Carla Fineschi ha i suoi indubbi vantaggi. Intanto, per almeno un paio di mesi all’anno, è possibile ammirare il meraviglioso spettacolo che solo la fioritura di oltre 8.000 rose sa regalare. E poi, se sei curioso e vuoi sapere come curano le piante in un luogo del genere, puoi sempre andare lì e rubare con gli occhi e magari anche con una videocamera e riprendere per esempio la potatura delle rose.
Proprio così ho fatto, e nei giorni scorsi mi sono recato sul posto chiedendo se era possibile poter documentare le operazioni di potatura e, tra i giardinieri che si occupano della manutenzione del roseto, Vittorio e Gilberto hanno sopportato volentieri la mia presenza e mi hanno mostrato qualche trucco del mestiere.

C’è da dire che in questo periodo, con le piante da potare e le aiuole da sistemare, il roseto assomiglia molto a una bella signora che la sera ha un appuntamento galante ma che durante il risveglio mattutino, prima di un riparatore e provvidenziale passaggio in bagno, mostra qualche piccolo difettuccio; come si è però certi che per il gran ballo della sera la bella signora sarà tornata in splendida forma, anche il roseto Fineschi nei mesi della fioritura mostrerà tutto il suo splendore.
E proprio in funzione della fioritura i giardinieri del roseto stanno in questo periodo lavorando intensamente. Del resto da fare non manca e tra potare un numero così alto di rose, concimarle, sistemare le aiuole, i vialetti e le altre piante, l’attività primaverile è intensa e costante.

Mi sono intrufolato una mattina nella quale Gilberto era intento a potare un gruppo di rose arbustive rifiorenti e ho ripreso quelle operazioni. Se non fosse una battuta infelice direi che quello della potatura delle rosa è un argomento un po’ spinoso. Non tanto per l’operazione in sé ma per le tante variabili da considerare e per l’esperienza che si deve accumulare prima di acquistare una certa pratica. Comunque, pur essendoci differenze di potatura tra le diverse varietà di rosa, Gilberto mi spiega che ci sono delle regole generali applicabili (con le dovute eccezioni) a tutti i tipi di rosa e sulle quali è utile spendere due parole. Vediamo quali.

L’attrezzatura
Innanzitutto è indispensabile munirsi dell’apposita attrezzatura che consiste in un paio guanti robusti, un paio di cesoie ben affilate e un seghetto da usare per le parti legnose più spesse.

Eliminare le parti secche o malate
La prima cosa da osservare in una rosa è il suo stato di salute e come ha superato la stagione invernale. Una volta individuate le parti secche e vecchie devono essere subito asportate perché potenziali vettori di agenti patogeni, malattie fungine e parassiti, per poi passare alla potatura vera e propria.

Sfoltire la parte interna della pianta
A meno che non si tratti di una rosa cespugliosa, i rami che si sviluppano verso l’interno devono essere tagliati perché, estetica a parte, da lì ricevono poca luce e non sviluppano in modo adeguato.

Individuare le gemme
Considerato che nella maggior parte dei casi le rose fioriscono sui rami formatisi nello stesso anno, è fondamentale individuare sulla vegetazione della stagione precedente le gemme che daranno origine ai germogli. Questa è forse l’operazione che per i neofiti richiede un po’ più di attenzione ma con un po’ di occhio e un po’ di pratica si impara velocemente. È sempre possibile tagliare un ramo anche quando non è visibile nessuna gemma, quando ques’tultima si sarà formata basterà togliere la parte del ramo eccedente. Tendenzialmente e per non far sviluppare la pianta verso l’interno, si predilige lasciare le gemme rivolte verso l’esterno e, se il clima può riservare ancora il pericolo di gelate primaverili, è altamente consigliabile lasciare almeno due o tre gemme per assicurarsi una “scorta di sicurezza” se la prima gemma viene bruciata dal freddo.

Il taglio giusto
I manuali di tutto il mondo consigliano di praticare, sul getto della passata stagione, un taglio diagonale un centimetro o poco più sopra la gemma e con la parte alta della diagonale dell’incisione rivolta verso la gemma stessa. La precauzione serve principalmente a evitare che la pioggia scoli verso la gemma creandole problemi. C’è però da dire che al consiglio, utilissimo per carità e applicabile in generale alle rose, può essere dato il giusto peso, specialmente se si hanno 8.000 piante da potare…

La giusta lunghezza del getto
Di regola è bene potare i vecchi rami a una lunghezza di circa 10 cm. A dire il vero questa regola è però molto soggettiva e va sempre valutata caso per caso controllando la situazione generale della pianta, il suo portamento e il suo vigore. Se per esempio, dopo aver effettuato il taglio, ci si accorge che il legno è marcio o malato, sarà doveroso potare più in basso anche con un intervento radicale e fino a ritrovare il tessuto sano. È bene ricordare che, contrariamente a quanto si pensa, per molti tipi di rosa un taglio più deciso è preferibile a piccoli interventi; è vero che così facendo la pianta impiegherà più tempo a crescere e svilupperà meno fiori durante quella stagione ma di contro tenderà a rinforzarsi e la stagione successiva risulterà più forte e vigorosa.

Questione di forma
In genere vengono lasciati e accorciati un numero non elevato di rami della stagione precedente, di solito tre o quattro,  scelta che rappresenta di solito il miglior compromesso tra sviluppo vegetativo e fioritura. Anche qui vale però il discorso fatto in precedenza sulla valutazione caso per caso. Può essere necessario infatti intervenire diversamente sia per rimediare a uno sviluppo poco produttivo, sia per eliminare le parti colpite da malattie e parassiti. In ogni caso però si dovrà tenere conto della forma complessiva della pianta cercando di mantenere un certo equilibrio.

  • Daniela Mazzucchelli2

    Non ho tanto coraggio, quando poto le rose….ho sempre paura di tagliare troppo. Mi è successo con una rosa tea, stupenda che per voler togliere il brutto, si è seccata!!!!Forse di me!! Grazie per i preziosi consigli daniela