Alberi monumentali, i larici millenari di Santa Gertrude a Ultimo (BZ)
Grazie a Laura e a Simone e alla loro vacanza trascorsa in Trentino-Alto Adige, il Florablog Contest può vantare tra gli alberi monumentali censiti un altro pezzo da novanta, anzi tre: i larici millenari di Santa Gertrude a Ultimo (BZ), ritenuti tra i più antichi alberi presenti in Europa.

Florablog – Mappa degli alberi monumentali d’Italia

L’invidiabile record di longevità tra l’altro è conteso loro soprattutto da un altro albero presente in Italia e che i lettori di Florablog conoscono bene perché già censito in queste pagine, ovvero l’olivastro millenario di Santo Baltolu di Carana, a Luras (Olbia-Tempio), quel “S’Ozzastru” (così è soprannominata la pianta) con un’età stimata compresa tra i 3.000 e i 4.000 anni. Ma se per l’albero sardo si parla di stima per i tre larici di Santa Gertrude si hanno molte più certezze: su un quarto albero che sorgeva accanto agli altri (e abbattuto dal vento nel 1930) si sono infatti contati più di 2.000 anelli di accrescimento, segno inequivocabile della millenaria età delle piante che le rende di sicuro le conifere più antiche d’Europa.

Alberi monumentali, i larici millenari di Santa Gertrude a Ultimo (BZ) - cartello
I larici si trovano nella frazione di Santa Gertrude in Val d’Ultimo (BZ) e sono stati classificati “monumenti naturali” da parte della Provincia autonoma di Bolzano. Sul posto è presente un cartello che riporta le seguenti informazioni:

I tre larici millenari si trovano a 1430 metri di quota presso l’abitato di Santa Gertrude in un bosco che protegge dalle valanghe i masi “Außerlahn”. Nel dialetto locale “Lahn” significa valanga. Essi sono gli ultimi testimoni dei primi insediamenti umani, quando la più interna Val d’Ultimo era ancora popolata da orsi, lupi e linci.
Su di un larice abbattuto dal vento nel 1930 sono stati contati più di 2000 anelli di accrescimento. I tre sopravvissuti, segnati da tempeste ed interperie, vengono considerati le più antiche conifere d’Europa. Tutta la cima del larice più alto, che misura 36,5 m per una circonferenza di 7 m, è disseccata, colpita da un fulmine. Anche l’albero più grosso, con 8,34 m di circonferenza ed alto 34,5 m, dalla appariscente escrescenza bulbosa, ha perso la cima. Il larice dalla singolare cavità è invece da generazioni spezzato a sei metri d’altezza: un ramo laterale ha di conseguenza assunto il ruolo di cima. Nonostante ormai solo in vita in una ridottissima parte del tronco pulsi la vita, questo continua ogni anno a germogliare ed ha già raggiunto nuovamente i 22,5 m. I larici millenari, che videro venire ed andare ca. 70 generazioni e l’impero romano prima e germanico poi, sono evidenti simboli della tenace volontà di sopravvivenza della natura.
Il larice, unica conifera in Europa ad essere verde solo d’estate, meraviglia con i suoi rossi amenti tra il tenue e delicato verde dei getti primaverili così come con la dorata colorazione autunnale.

Per la “recensione” e per la bellissima galleria ringrazio dunque Laura e Simone ai quali vanno in premio, come a tutti gli altri partecipanti al Florablog Contest, i semi di Solanum torvum indispensabili per ottenere poi il famoso albero delle melanzane. Ricordo infine che partecipare al concorso è facile e che i semi sono ancora disponibili quindi, cosa aspettate? basta gurdarsi bene intorno, più vicino di quanto si possa immaginare c’è sicuramente un meraviglioso albero monumentale che aspetta solo di essere fotografato, provare per credere…