Intervista a Tiziano Fratus, autore di Homo Radix – Appunti per un cercatore di alberi

Intervista a Tiziano Fratus, autore di Homo Radix - Appunti per un cercatore di alberi

L’offerta di libri dedicati agli alberi monumentali presenti nel nostro Paese per fortuna non manca: sono diversi gli scrittori che hanno dedicato almeno un volume all’argomento così come sono molte le regioni italiane che hanno pubblicato libri che catalogano i loro più importanti esemplari arborei, segno che l’interesse che ruota intorno agli alberi monumentali si fa sempre maggiore e comincia ad attrarre un pubblico sempre più vasto.
A questa ormai non trascurabile offerta si è aggiunto da poco un nuovo libro, Homo Radix – Appunti per un cercatore di alberi, scritto da Tiziano Fratus e che sta riscuotendo un notevole successo. Il libro, edito da Marco Valerio, è sì un’opera dedicata agli alberi monumentali (sono 40 gli esemplari trattati nel volume e illustrati da magnifiche foto in bianco e nero) ma l’autore non si limita ad elencarne età, luogo e stato di conservazione ma propone riferimenti letterari, poesie, storie, racconti di viaggio, considerazioni personali e molto altro ancora che, assieme al suo amore per la natura e per questi magnifici esemplari, rendono Homo Radix un libro da leggere assolutamente e che non può mancare nella libreria degli appassionati e non solo.
Grazie a un contatto con l’editore ho avuto la possibilità di rivolgere, così come già fatto con Valido Capodarca, alcune domande a Tiziano Fratus che ringrazio per la disponibilità e per il (per forza parziale) elenco degli alberi monumentali da non perdere che trovate a fine intervista.
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Meliloto, diuretico naturale contro l’insufficienza venosa

Meliloto, diuretico naturale contro l'insufficienza venosa
Il meliloto (Melilotus officinalis) della famiglia delle Leguminosae è una pianta erbacea alta circa dai 60 ai 180 cm, con uno o più fusti eretti, semplici o più spesso ramificati di colore verde chiaro. Le foglie sono divise in tre foglioline con margine irregolarmente dentato. I fiori sono gialli (con profumo dolcemente gradevole che ricorda il fieno), a grappolo allungato, mentre i frutti sono piccoli legumi di circa 2/3 mm. glabri, quasi arrotondati all’estremità, di color verde-giallo paglierino o bruno (quando sono maturi). La pianta è molto diffusa in Europa, Asia e nelle zone temperate e cresce spontanea ai margini delle strade, dei campi, dei boschi e nei terreni calcarei. La pianta officinale di meliloto è utilizzata per le sue proprietà in erboristeria ed omeopatia. Le parti usate sono i fiori. i costituenti principali cono le cumarine, ma sotto forma di glucosidi troviamo anche flavonoidi, tannini e saponine triterpeniche. Read More

Alberi monumentali, il cipresso di Orta San Giulio (NO)

Alberi monumentali, il cipresso di Orta San Giulio (NO)
Piano piano ma con buona frequenza, gli alberi monumentali continuano ad arrivare e la cosa non può che farmi piacere. Oggi è la volta di un nuovo albero situato in Piemonte e grazie a Gabriele facciamo la conoscenza con il bel cipresso che si trova a Orta San Giulio in provincia di Novara.
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Per chi proprio non si rassegna l’Elleboro fiorisce in pieno inverno

Per chi proprio non si rassegna: l'Elleboro fiorisce in pieno inverno
Bene, se proprio non vi rassegnate al grigiore della stagione, alle piante in quiescenza, alla quasi totale mancanza di fioriture, ho giusto il genere che fa per voi: è quello conosciuto con il nome scientifico di Helleborus, più comunemente chiamato elleboro, che con le sue specie si fa beffa del freddo e del gelo e ci regala abbondanti fioriture anche in pieno inverno.
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Video, distacco e rinvaso dei keiki di Phalaenopsis

Era inevitabile. Prima o poi doveva giungere il momento del distacco dei keiki dalla mia pianta di Phalaenopsis e quel momento è giunto: dopo due fioriture di cui una, spettacolare, in contemporanea con la “mamma”, ho deciso di recidere il “cordone ombelicale” (leggi: stelo floreale) che legava i keiki alla pianta madre per poi sistemarli ciascuno in un vaso. Ho optato per realizzare l’operazione in un periodo non proprio adattissimo perché la permanenza dei keiki “bamboccioni” sullo stelo è andata ben oltre il fisiologico tempo necessario alla formazione di un apparato radicale che garantisse loro l’autosufficienza e, per non gravare oltre misura sulla pianta che li ha generati, il distacco non poteva più essere rimandato. E poi è giusto, anche tra le orchidee, che a un certo punto un figlio prenda la sua strada, diventi autonomo, metta su il suo vaso e magari si faccia la propria famiglia, generando – perché no? – a sua volta un keiki.
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