Antinfiammatorio, analgesico, decongestionante ecc. quel toccasana dell’elicriso italico

Antinfiammatorio, analgesico, decongestionante ecc. quel toccasana dell'elicriso italico

Appartenente alla famiglia delle Astaraceae il genere Helichrysum comprende circa 600 specie. Quella che trattiamo in questo post è  quella denominata H. italicum che è una piccola pianta cespugliosa perenne originaria dell’Europa meridionale. Cresce spontanea in tutta la bassa macchia del bacino mediterraneo in terreni incolti e pietrosi, assolati e aridi. In Italia si trova soprattutto al centro-sud e nelle isole, soprattutto nei luoghi con una buona esposizione al sole della Sardegna. La pianta ha una base legnosa alta circa 40 cm., le foglie filiformi sono grigio-argento vellutate, i fiori sono giallo luminoso riuniti in piccoli capolini molto profumati, mentre i frutti sono lucenti bianchi di forma cilindrica. Il nome deriva dal greco “helios” (sole) e “chrysos” (oro), e si riferisce al colore giallo dorato molto luminoso dei suoi fiori, piccoli capolini raccolti in infiorescenze. La medicina popolare conosce e utilizza da tempo l’elicriso per le sue proprietà terapeutiche, tra le quali si riscontrano quella antinfiammatoria, analgesica, decongestionante, antiallergica, balsamica, espettorante.

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Rucola, digestiva e rinfrescante

Rucola, digestiva e rinfrecante
La rucola (Eruca sativa Mill.), appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, è una pianta erbacea annuale. Generalmente è coltivata negli orti, ma si trova anche allo stato selvatico, nei campi, ai bordi delle strade e nei terreni incolti. Le foglie sono basali, a forma di lancia, con il margine dentato e dal caratteristico odore e dal sapore che tende all’acidulo. I fiori sono formati da quattro piccoli petali, bianco-giallastri con venature violette. In tempi lontani la rucola era apprezzata soprattutto per le virtù medicinali, ancor prima che per l’uso alimentare. Gli antichi romani consumavano anche i semi attribuendole qualità magiche e utilizzandola nei filtri amorosi, dato che la ritenevano un potente afrodisiaco. Ne troviamo citazioni dell’uso di questa pianta nelle opere di Orazio, Marziale e Plinio il Vecchio. Nel Medioevo fu addirittura proibita la sua coltivazione nei monasteri, proprio per la sua presunta capacità di risvegliare la carne, che non doveva certo essere ad appannaggio dei monaci…
Nel nostro territorio la rucola si può raccogliere durante tutto l’anno, ma è bene che nella vicinanza non vi siano ristagni d’acqua. Si utilizzano le foglie più tenere raccolte da maggio fino a ottobre (in coltura protetta anche oltre) e si consuma fresca. La rucola è molto ricca di Vitamina C (110 mg. per 100 gr.; in passato era usata contro lo scorbuto) e di sali minerali, inoltre contiene un glucoside che genera un composto solforato. Read More

Meliloto, diuretico naturale contro l’insufficienza venosa

Meliloto, diuretico naturale contro l'insufficienza venosa
Il meliloto (Melilotus officinalis) della famiglia delle Leguminosae è una pianta erbacea alta circa dai 60 ai 180 cm, con uno o più fusti eretti, semplici o più spesso ramificati di colore verde chiaro. Le foglie sono divise in tre foglioline con margine irregolarmente dentato. I fiori sono gialli (con profumo dolcemente gradevole che ricorda il fieno), a grappolo allungato, mentre i frutti sono piccoli legumi di circa 2/3 mm. glabri, quasi arrotondati all’estremità, di color verde-giallo paglierino o bruno (quando sono maturi). La pianta è molto diffusa in Europa, Asia e nelle zone temperate e cresce spontanea ai margini delle strade, dei campi, dei boschi e nei terreni calcarei. La pianta officinale di meliloto è utilizzata per le sue proprietà in erboristeria ed omeopatia. Le parti usate sono i fiori. i costituenti principali cono le cumarine, ma sotto forma di glucosidi troviamo anche flavonoidi, tannini e saponine triterpeniche. Read More

Genziana maggiore, l’amaro che favorisce la digestione

Genziana maggiore, un amaro vegetale che favorisce la digestione
Il genere Gentiana fa parte della famiglia delle Gentianaceae e comprende circa 400 specie di cui la genziana maggiore (Gentiana lutea L.) è sicuramente una delle più famose. È una pianta erbacea perenne, fornita di una grossa radice cilindrica, lunga e ramificata, dal colore giallastro all’interno e con dei risvolti bruni all’esterno. Il fusto è eretto e può arrivare ad un’altezza compresa tra i 50 e i 150 cm., la sua struttura è allungata, semplice ed essenziale, mentre le foglie sono opposte, ellitiche e lunghe fino a trenta centimetri. I fiori sono gialli riuniti in verticilli. Cresce di solito, dall’alta collina fino ai 2500 metri di altezza, nei prati e nei pascoli degli Appennini e delle Alpi, in terreni umidi, al sole o anche al mezzo sole. La genziana, è dotata di una particolare bellezza, ha colori vivi e splendenti, e fa parte delle specie protette. Le proprietà medicamentose della genziana maggiore erano conosciute dagli antichi Egizi e dagli antichi Romani, che la usavano per stimolare l’appetito, favorire la digestione, come antisettico per le piccole ferite e per le escoriazioni, per i vermi intestinali, per problemi epatici e per i disturbi mestruali. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le radici che sono presenti anche in Farmacopea Ufficiale. I costituenti principali sono i glucosidi amari (genziopicrina, amarogentina e gentiacaulina) e una sostanza colorante gialla (gentisina), oltre ad alcaloidi, mucillagini e olio essenziale. Read More

Ononide, antinfiammatoria, diuretica e depurativa

Ononide, antinfiammatoria, diuretica e depurativa
L’Ononide spinosa (Ononis spinosa L.) della famiglia delle Fabaceae, ma nelle classificazioni più vecchie viene detta anche Leguminosae, è un arbusto spinoso spontaneo di modeste dimensioni e può raggiungere l’altezza di 60- 70 cm. Cresce nei luoghi assolati, nei terreni aridi e sassosi, nei prati e nei campi abbandonati, dalla pianura fino alla bassa montagna. Il fusto, legnoso alla base, è molto resistente e le radici, abbastanza profonde, servono alla pianta per superare lunghi periodi di siccità. I delicati fiori rosa assomigliano a quelli dei piselli, le foglie inferiori sono formate da trifogliate, mentre quelle superiori sono indivise. Il termine prende il nome da “onos”, che significa asino, animale che sembra vada ghiotto di questa pianta nonostante la presenza delle spine che possono recargli qualche difficoltà. Le parti usate in fitoterapia sono le radici che vengono raccolte nel periodo settembre- novembre. I costituenti principali sono i glucosidi isoflavonici (spinonina, ononina e biocanina), un olio essenziale, alcuni triterpeni e sitosteroli. Read More

Infuso di farfara, contro gli ultimi attacchi della tosse invernale


La farfara (Tussilago farfara L.), della famiglia delle Asteraceae, originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentrionale è una pianta erbacea perenne che cresce dappertutto, ma preferisce i luoghi umidi e i terreni argillosi. All’inizio la farfara fu classificata come pianta priva di foglie, dato che i fiori sbocciano direttamente dal terreno e muoiono giorni o addirittura settimane prima che si vedano le foglie. Provvista di un grosso rizoma, gli steli sono pelosi ed eretti mentre i fiori sono di colore giallo e compaiono da febbraio ad aprile, proprio in questo periodo, ed è quindi considerata una pianta primaverile. Questo è il momento della raccolta dei fiori (le foglie si raccolgono ad inizio estate), e questo sarebbe il momento di usarla, soprattutto per chi soffre degli ultimi attacchi di tosse e di catarri invernali; gli infusi di farfara sono infatti utilizzati come rimedio mucolitico e sedativo della tosse e come espettoranti. Si narra che ai tempi di Plinio la farfara era considerata già allora, uno dei migliori rimedi contro la tosse.
Le parti utilizzate nella raccolta sono le foglie e i fiori. Read More

Gambe gonfie e capillari fragili? un prezioso aiuto dall’ippocastano

Gambe gonfie e capillari fragili? un prezioso aiuto dall\'ippocastano
Sta per giungere l’estate e con essa il gran caldo, ma per chi soffre di vene varicose e capillari fragili arrivano anche i problemi, dato che il calore può complicare, e non poco, la situazione di chi risente di queste patologie. L’ippocastano (Aesculus hippocastanum) aiuta ad attenuare e a migliorare queste difficoltà. L’albero cresce dalla pianura fino agli 800 metri circa di altitudine ed è imponente, alto fino a 40 metri e dotato di una grande e folta chioma, è originario dell’Europa orientale e fu introdotto in Italia nel XVI secolo, dove oggi viene impiegato a scopo ornamentale nei giardini e nei viali. I suoi frutti (che contengono da uno a quattro semi amarissimi) sono all’interno di ricci spinosi che essendo molto simili alle castagne, vengono chiamati castagne d’India. L’ippocastano in fitoterapia è usato soprattutto per favorire la circolazione sanguigna perché restringe i vasi, attiva la circolazione e favorisce il ritorno venoso, aiutando chi soffre di prostata, alleviando il dolore alle gambe gonfie diminuendone il gonfiore, rinforzando i capillari e sfiammando le emorroidi. Read More