Grindelia, un buon rimedio contro la tosse

Grindelia camporum
Il genere Grindelia, della famiglia delle Asteraceae (Compositae), comprende numerose specie, ma oggi parliamo della Grindelia camporum, nota anche con i sinonimi di G. bracteosa, G. paludosa, G. procera e G. robusta o, più semplicemente, Grindelia.
La pianta perenne, originaria delle regioni paludose della California e del nord del Messico, tende a lignificare alla base assumendo l’aspetto di un cespuglio alto 50-60 cm., mentre i suoi fusti sono ramosi e le foglie, isolate, fragili e lucide, sono allungate a margine seghettato. La secrezione resinosa avvolge e ricopre tutte le parti aeree della pianta e il fiore, detto capolino, è di color giallo acceso e caratterizzato da un involucro ricoperto di brattee verdi appuntite e rivolte verso il basso.
Le parti utilizzate sono le sommità fiorite, i costituenti principali sono i polifenoli e l’olio essenziale. La qualità migliore dell’estratto si ha quando la pianta è all’inizio della fioritura e i capolini, ancora semichiusi, sono particolarmente ricchi di resina. Read More

Timo comune, antisettico ed espettorante

Timo comune, antisettico ed espettorante
Il genere timo (Thymus) comprende circa 300 specie che appartengono alla famiglia delle Lamiaceae. Il timo comune (Thymus vulgaris L.) è quello che adesso prendiamo in considerazione. Piccola erbacea perenne, molto ramosa, diffusa soprattutto in Europa meridionale, con la fioritura tra maggio e ottobre, non supera i 30 cm. ed emana un odore abbastanza gradevole. Il fusto è tortuoso e abbondantemente ramificato, le foglie sono piccole di color grigio-verdi, i fiori, piccoli e tubolari, di color bianco-rosato, ermafroditi, compaiono all’inizio della primavera. Le proprietà medicinali del timo utilizzate in erboristeria, soprattutto per le proprietà antisettiche, sono conosciute fin dall’antichità. Plinio il Vecchio lo raccomandava come un antidoto contro le morsicature e contro il mal di testa. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le sommità fiorite e le foglie fresche o essiccate. I costituenti principali sono i flavonoidi, responsabili dell’azione antispastica sulla muscolatura liscia, resina, acidi fenolici, tannini e olio essenziale, presente fra l’altro anche nella Farmacopea Ufficiale italiana, ricco in fenoli (timolo e carvacrolo), ma anche in alcoli e monoterpeni. Read More

Mirra, antinfiammatoria e disinfettante


La mirra è una resina dall’odore acre estratta da alcuni arbusti e alberi appartenenti al genere Commiphora (a sua volta appartenente alla famiglia delle Burseraceae); la si ottiene da diverse specie presenti sulle rive del mar Rosso, in Senegal, in Madagascar e in India ma qui ci concentriamo su quella più usata per la sua produzione, ovvero la Commiphora myrra, un arbusto molto diffuso nella penisola arabica e nelle regioni dell’Africa Nord- orientale e che possiede numerose proprietà benefiche. Moltissimi la conoscono come uno dei doni, insieme all’oro e all’incenso, che i Re Magi portarono a Gesù Bambino, ma pochi sanno che in passato la mirra era utilizzata proprio per le sue qualità terapeutiche. Era usata per combattere disturbi come gli arrossamenti della gola, aiutava a cicatrizzare tagli, ferite e bruciature, leniva le irritazioni della pelle, delle gengive, e combatteva i disturbi delle vie respiratorie. Oggi sono dimostrate solo queste attività farmacologiche: antinfiammatoria, analgesica e disinfettante.
I costituenti principali sono olio essenziale, sesquiterpeni, chetoni, steroli e polisaccaridi. Read More

Infuso di farfara, contro gli ultimi attacchi della tosse invernale


La farfara (Tussilago farfara L.), della famiglia delle Asteraceae, originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentrionale è una pianta erbacea perenne che cresce dappertutto, ma preferisce i luoghi umidi e i terreni argillosi. All’inizio la farfara fu classificata come pianta priva di foglie, dato che i fiori sbocciano direttamente dal terreno e muoiono giorni o addirittura settimane prima che si vedano le foglie. Provvista di un grosso rizoma, gli steli sono pelosi ed eretti mentre i fiori sono di colore giallo e compaiono da febbraio ad aprile, proprio in questo periodo, ed è quindi considerata una pianta primaverile. Questo è il momento della raccolta dei fiori (le foglie si raccolgono ad inizio estate), e questo sarebbe il momento di usarla, soprattutto per chi soffre degli ultimi attacchi di tosse e di catarri invernali; gli infusi di farfara sono infatti utilizzati come rimedio mucolitico e sedativo della tosse e come espettoranti. Si narra che ai tempi di Plinio la farfara era considerata già allora, uno dei migliori rimedi contro la tosse.
Le parti utilizzate nella raccolta sono le foglie e i fiori. Read More

Eucalipto, dal suo olio essenziale un aiuto all’apparato respiratorio


L‘eucalipto, albero d’alto fusto sempreverde originario, come la Melaleuca (tea tree oil), dell’Oceania, oggi è molto diffuso anche nelle nostre regioni mediterranee. Se ne contano ben 600 specie diverse ma la più diffusa è l’Eucaliptus globulus, noto per le proprietà aromatiche, utilizzato da tempo e dal quale si ottiene un ottimo olio essenziale. Appartiene alla famiglia delle Mirtacee, ha il tronco eretto, la crescita molto veloce e raggiunge un altezza importante, fino a 70 – 80 m. I frutti sono capsule legnose contenenti i semi, mentre i fiori sono di un colore bianco rosaceo i quali prima della fioritura sono nascosti in capsule. Da questa caratteristica deriva anche il nome greco dell’eucalipto che significa ” ben nascosto”, ma che forse stona con la maestosità dell’albero. In medicina popolare è assai usato, soprattutto per a sua attività balsamica e fluidificante delle secrezioni catarrali dell’apparato respiratorio. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le foglie. I costituenti principali sono i polifenoli (quercetina, rutina e eucaliptina), tannini, derivati terpenici e un olio essenziale particolarmente ricco in eucaliptolo (1,8-cineolo), un ossido che ne costituisce circa l’80%. Read More

Edera, contro tosse e catarri bronchiali

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Sono iniziati i freddi invernali e con essi arrivano i primi raffreddori e i primi malanni; l’importante è coprirsi bene ed evitare i colpi di freddo, ma se nonostante queste attenzioni la gola si arrossa o se si avvertono i sintomi del raffreddamento, la fitoterapia, in questi casi, ci può dare una mano con l’edera.
L’edera (Hedera helix) appartiene alla famiglia delle Araliaceae, le cui foglie si raccolgono durante tutto l’anno, ma è meglio farlo durante i mesi giugno – agosto quando sono ben sviluppate, evitando di mescolarci i frutti perché questi ultimi sono particolarmente velenosi. Le sue proprietà sono conosciute dai tempi dei Greci e dei Romani: Plinio il Vecchio ci tramanda di come le proprietà medicinali dell’edera rischiarassero le idee offuscate dal troppo bere e avessero proprietà refrigeranti e diuretiche e che il succo di edera bianca togliesse i fastidi alle narici.
Le principali proprietà riconosciute dell’edera sono in particolare antinfiammatorie, sedative della tosse e antimicrobiche dovute alla alfaederina. Read More