Obama, Internet e l\'orto alla Casa Bianca
Secondo la stragrande maggioranza dei più autorevoli osservatori politici, un ruolo fondamentale nelle ultime elezioni americane lo ha giocato Internet. L’uso che Obama e il suo staff hanno fatto del web è stata la vera grande novità della corsa elettorale che ha portato il senatore di Chicago a diventare il primo presidente di colore nella storia degli Stati Uniti d’America. Diffondendo il suo pensiero su Youtube e raccogliendo i fondi direttamente sul sito internet il neoeletto ha riscritto le regole della campagna elettorale creando un nuovo modello, vincente, che verrà sicuramente studiato a lungo negli anni a venire.
Una volta sedutosi nello studio ovale Obama non ha certo cambiato atteggiamento nei confronti della grande rete ma ha anzi continuato a sfruttarne le potenzialità come per il primo discorso alla nazione, inserito sul sito della Casa Bianca e poi su Youtube. Tra le tante iniziative del nuovo presidente legate a internet mi ha colpito, all’interno di Change.gov, il Citizen’s Briefing Book istituito per raccogliere, idee, progetti, suggerimenti direttamente dai cittadini statunitensi. E gli americani, molto più evoluti di noi nell’usare internet come strumento democratico, hanno risposto in massa: oltre 125.000 utenti hanno presentato più di 44.000 idee giudicate con un milione e 400 mila voti. Niente male. Tra le migliaia di proposte presenti ho puntato la mia attenzione su quelle “verdi”, quelle legate cioè in qualche modo all’ambiente e al regno vegetale e la mia preferita è senz’altro quella che suggerisce al nuovo presidente americano di coltivare una parte dello storico giardino della Casa Bianca a orto biologico.

Ma ci pensate? al di là della reale utilità che un orto del genere può avere per Barack e famiglia, l’impatto simbolico dell’iniziativa sarebbe tuttavia notevole e potrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei problemi ambientali e spingere milioni di americani (e non solo) a ripensare il loro conflittuale rapporto con la natura e con il cibo. Certo, pomodori, cetrioli e ortaggi vari dovrebbero risparmiare lo storico White House Rose Garden ma in tutto quello spazio un angolino tranquillo sono convinto che lo si possa trovare…

Tra le altre idee proposte mi piace ricordare:
creare migliaia di posti di lavoro destinando le molte aree edificabili delle città non ancora cementificate all’agricoltura;
reintrodurre i Victory garden, i giardini della vittoria, operazione con la quale gli americani, durante la seconda guerra mondiale, trasformarono i giardini e i parchi privati e pubblici in orti collettivi allo scopo di nutrire la popolazione nel periodo del conflitto (ne abbiamo parlato qui);
incentivare i piccoli agricoltori e le realtà locali per una produzione più a misura d’uomo e che permetta all’America di essere meno dipendente dalle grandi aziende dell’agricoltura da un lato e dalle importazioni estere dall’altro.
Che dite? è pensabile da noi un’iniziativa del genere? vedremo mai il nostro Citizen’s Briefing Book online?
Foto di foxypar4

  • giuseppe

    con questa classe politica, indipendentemente dal colore, non ci saranno mai iniziative di questo livello, semmai c’è chi preme per imbavagliare i blog e, prima o poi ci riuscirà.

  • Amara considerazione, ma molto vicina alla realtà…

  • giancarlo Fuoco

    Penso che il nuovo presidente Obama rappresenti la fine del
    sogno americano, attratto solo dai dai suoi interessi personali che si possono intuire dalle cravatte che usa. Che sia un pericolo per la pace nel mondo in quanto non si legge
    in lui nessun desiderio in tale senso , ma solo spot elettorali
    per continuare ad avere una vita agiata.