I polisaccaridi, valido metodo di lotta biologica ai parassiti delle piante
È da poco disponibile in commercio un nuovo metodo di lotta ai parassiti delle piante molto interessante  soprattutto per il suo basso impatto ambientale, un metodo che sfrutta le caratteristiche fisiche di alcune sostanze naturali: i polisaccaridi.
I polisaccaridi non sono altro che glucidi, come i comuni zuccheri (ad esempio il glucosio, il saccarosio o – per restare in tema col blog – il fruttosio), solo che sono più complessi e, a differenza di questi ultimi (che sono monosaccaridi o disaccaridi), non si sciolgono nell’acqua ma, se mescolati a essa, rimangono dispersi in piccolissime goccioline; una volta spruzzata questa miscela forma una pellicola che copre uniformemente tutta la superficie irrorata. Ora, detta così potrà anche non dire niente ma se si applica questo comportamento alla lotta biologica ai parassiti allora si comincia a capire: spruzzando i prodotti a base di polisaccaridi direttamente sulle piante colpite da insetti fitofagi, questi ultimi verranno completamente avvolti da un micidiale film che li immobilizzerà portandoli inesorabilmente alla morte; va detto che la pellicola  lascia comunque intatte le funzionalità fondamentali (come per esempio la traspirazione) delle piante trattate. Tutto questo si ottiene esclusivamente grazie alla pura azione fisica di questi zuccheri complessi di origine naturale, che rendono questo metodo un’arma in più da utilizzare nelle colture biologiche.
I polisaccaridi sono efficaci nei confronti di diversi insetti dannosi come afidi, aleurodidi, psille e cocciniglie e trovano il loro impiego in molte colture al chiuso o all’aperto come ortaggi (pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, meloni, cocomeri e cetrioli), frutta (fragole, pere ecc) ma anche agrumi e piante ornamentali. Per ridurre al minimo l’impatto sugli insetti utili (che comunque essendo molto più mobili dei parassiti di solito sfuggono al triste destino) è opportuno applicare la miscela ai primi focolai, quando cioè gli insetti predatori non hanno ancora individuato le loro prede.
Per quanto riguarda la sua applicazione si usano 25/30 ml di prodotto ogni 10 litri d’acqua da applicare nei periodi più freschi della giornata (quando cioè i parassiti sono meno attivi) direttamente sulle piante e sul terreno circostante, cercando di coprire al meglio tutte le superfici interessate. L’unica accortezza consigliata è quella di evitare l’irrorazione di piante in fioritura, per evitare che lo strato freni la diffusione del polline.
Foto di Brian Guest (giant rebus)

  • Vincenzo

    Questo metodo è da provare! …cmq penso sia limitante per la traspirazione. Non vorrei risultare sapientone, però la melata (acqua e carboidrati) prodotta dagli Sternorinchi ha questo effetto sulle piante infestate. Potrebbe essere utile per fermare gli Insetti già presenti sulla pianta al momento del trattamento ma non per quelli che arrivano dopo. Questo significa, penso, che i trattamenti devono essere effettuati periodicamente e quindi risultano poco utili alla pianta (la pianta diventa un lecca lecca)…a questo punto non è meglio lanciare i limitatori naturali specifici per specie?? Delucidatemi…vorrei capire meglio come funziona!! Ho delle rose a casa che sono infestate da Afidi…

  • Ciao Vincenzo, nessun problema per le piante che continuano tranquillamente a svolgere le loro funzioni vitali. Qualsiasi trattamento poi, anche a base della chimica pesa, non è definitivo ma necessita di applicazioni periodiche. Il suo impiego non preclude l’utilizzo degli insetti antagonisti, solo che vanno rilasciati dopo l’applicazione.
    A presto

  • stefano

    mmmm sono dubbioso….e con la fumaggine come la mettiamo?

  • Ciao Gianni, un amico mi ha detto che mettendo alcuni cristalli di solfato di rame nel sottovaso delle piante e all’interno della terra del vaso si possono combattere le zanzare, è vero? o mi ha detto una cappellata?

  • Ciao Carolemico, il tuo amico ha detto il vero, è scientificamente provato che l’ossido di rame e gli ioni stessi di questo metallo impediscono la schiusa delle uova e inibiscono lo sviluppo delle larve con ottimi risultati, è necessario però sostituire spesso il rame. A presto

  • Ok, grazie Gianni

  • luigi

    Ho un grosso problema con il radicchio, di Treviso, Verona,chioggia,Lusia ,sia preecoce che tardivo.
    Su 500 piante trapiantate, il 20% delle stesse è stato agredito da un coleottero molto grande e robusto,molto simile allo scarafggio. non usando nessun tipo di pesticidi, vorrei sapere se ci sono rimedi biologicamente compatibili per questa coltura grazie luigi

  • Ciao Luigi, puoi scattare una foto del parassita?