The dirty dozen by My Paper Crane

Alcuni dei pesticidi e dei fitofarmaci usati nell’agricoltura sono considerati inquinanti organici persistenti o POP ( dall’acronimo Persistent Organic Pollutants) e hanno proprietà che è bene ricordare: sono altamente tossici; sono stabili e persistenti, impiegano spesso alcuni decenni prima di degradare in forme meno pericolose; inquinano l’atmosfera e l’acqua; si accumulano nei tessuti adiposi degli esseri umani e della fauna selvatica. Nonostante sia stata istituita nel 2001 la Convenzione di Stoccolma con l’obiettivo di mettere al bando a livello mondiale questi veleni, ancora oggi i POP trovano largo impiego in agricoltura e, anche se è qualcosa da evitare in ogni modo, ritrovarseli sulle nostre tavole e dentro ai nostri piatti è molto più che probabile.
Come fare allora per difendersi? Intanto acquistando i prodotti biologici perché fanno a meno di queste sostanze, e poi conoscendo la frutta e la verdura prodotte dall’agricoltura convenzionale che fanno scarso uso di pesticidi, anche perché meno attaccabili da parassiti e malattie. In queato senso ci viene in aiuto l’artista Heidi Kenney con la simpatica immagine che vedete sopra e che sarà bene stampare per portarla sempre con noi quando andiamo a far compere.

Sulla base di studi condotti dall’Environmental Working Group, associazione americana che ha classificato ben 47 prodotti in base alla presenza di pesticidi, Heidi ha pensato bene, con il suo stile semplice e immediato, di raffigurare in un’unica immagine da un lato i prodotti che è sempre bene acquistare di produzione biologica e dall’altro quelli che fanno un basso uso di pesticidi e che quindi possiamo consumare con una certa sicurezza.

La frutta e la verdura che è bene comprare bio sono principalmente 12 prodotti che vengono chiamati la sporca dozzina: ciliege, fragole, lamponi, mele, nettarine, patate, peperoni, pere, pesche, sedano, spinaci e uva da tavola; dato il largo impiego di fitofarmaci nella loro coltivazione è vivamente consigliato acquistarli provenienti da produzione biologica mentre altri 15 prodotti, che vengono coltivati con uno scarso impiego di pesticidi, possono essere acquistati con una certa tranquillità anche se prodotti dall’agricoltura convenzionale. Essi sono: ananas, asparagi, avocado, broccoli, cavoli, cipolle, cocomeri, kiwi, mais, mango, melanzane, papaya, piselli, pomodori e la patata dolce.

Per afruttare al meglio questa classificazione Heidi ha messo a disposizione l’immagine in questione per dare a tutti la possibilità di stamparla e usarla come promemoria quando ci apprestiamo a comprare frutta e verdura e la trovate a partire da qui.

  • Gianni

    Ciao Pippo, le nettarine sono conosciute con il nome piu00f9 comune di pesca noce. A presto

  • pippo

    gasp… praticamente tutti i frutti più comuni, le PATATE e gli spinaci?? probabilmente tutto questo per fargli avere un aspetto più invitante… che tristezza! scusa ma cosa sono le nettarine???

  • Anonimo

    E’ un vero schifo si, una piccola storia:- un kg. di mele (6 di numero) comparate, messe in un cestello di vimini e dimenticate, dopo oltre due mesi erano diventare raggrinzite ma nemmeno un puntino di marcio, ma che cavolo ci vendono?rnNon parliamo dell’uva che anche se lavata alcune volte in bocca si sente il sapore di zolfo.rnParafrasando un film di fantascienza, diro, ho visto cose che voi non potete nemmeno immaginare, come per esempio, la verdura (lattuga e altre) irrorata a pioggia col liquame aspirato dal condotto fognario. E tante altre cose.rnLa cosa migliore sarebbe (per chi potrebbe e riuscisse a farlo) prodursi tutto in proprio, frutta e verdura.rnCiao

  • Gianni

    Ciao Pippo, le nettarine sono conosciute con il nome più comune di pesca noce. A presto

  • carolemico

    E' un vero schifo si, una piccola storia:- un kg. di mele (6 di numero) comparate, messe in un cestello di vimini e dimenticate, dopo oltre due mesi erano diventare raggrinzite ma nemmeno un puntino di marcio, ma che cavolo ci vendono?
    Non parliamo dell'uva che anche se lavata alcune volte in bocca si sente il sapore di zolfo.
    Parafrasando un film di fantascienza, diro, ho visto cose che voi non potete nemmeno immaginare, come per esempio, la verdura (lattuga e altre) irrorata a pioggia col liquame aspirato dal condotto fognario. E tante altre cose.
    La cosa migliore sarebbe (per chi potrebbe e riuscisse a farlo) prodursi tutto in proprio, frutta e verdura.
    Ciao