Mirra, antinfiammatoria e disinfettante


La mirra è una resina dall’odore acre estratta da alcuni arbusti e alberi appartenenti al genere Commiphora (a sua volta appartenente alla famiglia delle Burseraceae); la si ottiene da diverse specie presenti sulle rive del mar Rosso, in Senegal, in Madagascar e in India ma qui ci concentriamo su quella più usata per la sua produzione, ovvero la Commiphora myrra, un arbusto molto diffuso nella penisola arabica e nelle regioni dell’Africa Nord- orientale e che possiede numerose proprietà benefiche. Moltissimi la conoscono come uno dei doni, insieme all’oro e all’incenso, che i Re Magi portarono a Gesù Bambino, ma pochi sanno che in passato la mirra era utilizzata proprio per le sue qualità terapeutiche. Era usata per combattere disturbi come gli arrossamenti della gola, aiutava a cicatrizzare tagli, ferite e bruciature, leniva le irritazioni della pelle, delle gengive, e combatteva i disturbi delle vie respiratorie. Oggi sono dimostrate solo queste attività farmacologiche: antinfiammatoria, analgesica e disinfettante.
I costituenti principali sono olio essenziale, sesquiterpeni, chetoni, steroli e polisaccaridi. Read More

Alberi monumentali, “la magnolia della Contessa” a Polcenigo (PN)

Alberi monumentali, "la magnolia della Contessa" a Polcenigo (PN)
Come già detto sono 11 le segnalazioni di alberi monumentali giunte al blog durante la breve sosta natalizia e non sapendo da dove ripartire mi sono detto: spazio ai giovani! Sì, perché dopo la sua prima segnalazione Matteo, il più giovane “cacciatore di alberi monumentali” che io conosca, è di nuovo entrato in azione è ha recensito ben due esemplari da aggiungere al fotocensimento. Partiamo dal primo, la magnolia di Polcenigo (detta “la magnolia della Contessa“) perché, al di là della sua bellezza, possiede un importante valore storico.
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Semina di Habanero e di altri peperoncini che richiedono un periodo vegetativo lungo


Da sempre appassionato di peperoncini che coltivo in vaso balcone per consumarli nell’inverno successivo, da diversi anni ho iniziato a coltivare varietà più particolari, di origine tropicale, che hanno un periodo vegetativo molto lungo e quindi non si riesce ad ottenere un raccolto abbondante o addirittura si ottengono a malapena 1-2 frutti e solo a fine stagione se seminati come i peperoncini tradizionali a febbraio-marzo.
Di queste varietà coltivo prevalentemente Habanero bianchi e rossi, con quest’ultimi che, avendo frutti più grandi, sono quelli che richiedono un periodo vegetativo ancora più lungo.
Premetto che dovendo usare questi frutti per alimentazione non utilizzo nessun prodotto chimico in nessuna fase della crescita della pianta, né concimi.
Il trucco è seminare a Gennaio, i primi giorni del mese, approfittando del tempo libero offerto dalle festività natalizie.
ovviamente il clima è troppo rigido per seminare all’aperto ed è quindi necessario farlo in casa, fornendo una luce artificiale almeno per i primi due/tre mesi.
Il necessario è quindi:
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Alberi monumentali, albero delle melanzane e semi di Solanum torvum (di nuovo) a volontà!

Semi di Solanum torvum (di nuovo) a volontà!
Due ottime notizie. La prima è che il concorso “fotografa gli alberi monumentali e ricevi i semi di Solanum torvum” inizia a dare i suoi frutti: durante la breve sosta natalizia ho ricevuto 9 email da altrettanti lettori che hanno fotografato e censito un totale di 11 alberi monumentali sparsi per la nostra Penisola e che nei prossimi giorni andranno ad arricchire la mappa delle piante.
La seconda è che altro che i miei pochi e pallidi frutti di S. torvum! (delle quali mi sono spocchiosamente vantato il mese scorso): poco dopo Natale, direttamente da Palermo, mi è arrivato un pacco postale pieno zeppo dei suddetti frutti. Mittente chi se non il grande Giuseppe Marino, vecchia conoscenza di questo blog? Non smetterò mai di ringraziare Giuseppe per la sua generosità (cercherò di farlo, almeno parzialmente, con uno dei prodotti più famosi della mia regione…) e per aver rimpinguato le mie scorte di semi della solanacea più famosa sulle pagine di questo blog (e non solo), scorte che metto come sempre a disposizione di tutti coloro che vorranno partecipare al concorso.
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2011 “Anno Internazionale delle Foreste”

2011 "Anno Internazionale delle Foreste"
Nel primo post del 2011 mi piace ricordare che quello appena iniziato è stato proclamato dall’ONUAnno Internazionale delle Foreste“. Detta così la notizia potrebbe passare del tutto inosservata, spersa com’è nel mezzo dell’oceano di news che ogni giorno ci giunge dai vari media, se non fosse che basta una manciata di secondi della nostra attenzione per assimilare qualche dato e per capire che alla cosa dovremmo riservare maggiore considerazione.
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Dal genere Hibiscus molte qualità fitoterapiche interessanti

Dal genere Hibiscus molte qualità fitoterapiche interessanti
Al genere Hibiscus (della famiglia delle Malvaceae) appartengono oltre 300 specie tra alberi, arbusti e piante erbacee originarie dell’Africa orientale e dell’Asia tropicale. Molte di queste specie vengono coltivare in tutte le regioni tropicali, e in Africa ma trovano impiego come ornamentali anche in Europa e Nord America. In generale il loro fusto può superare i due metri con foglie di diverse forme ma di solito ovali, spesso allungate o trilobate, ed alterne. Il loro fiore è caratterizzato dalla tipica forma a imbuto ed è di colore bianco o rosa, rosso o rossastro negli ibridi. Proprio dai fiori di queste piante (e in particolare dalla specie H. sabdariffa) si ottiene la famosa bevanda conosciuta col nome di Karkadé.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono soprattutto i fiori e, in misura minore, le foglie, le radici, i frutti e i semi. I costituenti principali sono flavonoidi, antociani, vitamina C, mucillagini, acidi organici (acido citrico, malico e tartarico). Molte piante di questo genere presentano interessanti proprietà antinfiammatorie e il tè (o infuso) da esse ottenuto è utilizzato come bevanda dissetante e come fonte di polifenoli ad attività antiossidante. Read More