Volti di fiori, ortaggi e frutta: in mostra a Milano il genio di Arcimboldo

Arcimboldo in mostra a Milano
Ogni tanto su questo blog compaiono post che parlano di arte quando quest’ultima, direttamente o indirettamente, si tinge di verde, inteso come il colore del Regno vegetale. È il caso di una bella mostra che si tiene al Palazzo Reale di Milano fino al 22 maggio 2011 che celebra il genio di Giuseppe Arcimboldo e che invito milanesi e non a visitare non solo per ammirare l’opera dell’artista ma anche per approfondire l’aspetto “botanico” della sua arte.

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Plantas nómadas, la pianta-robot autosufficiente che si nutre di acqua inquinata


Piante portate a zonzo da un robot autosufficiente alimentato da acqua inquinata: Beh, quando girovagando svogliatamente sulla Grande Rete ti trovi davanti a un “ufo” del genere (tanto “non identificato” da costringermi a piazzare il post nell’indefinita categoria “Varie”) non puoi non parlarne. Lo strano quanto geniale oggetto che vedete sopra fa parte del progetto plantas nómadas ed è una creazione dell’artista messicano Gilberto Esparza, specializzato nel creare curiosi ibridi tra arte, scultura, meccanica e robot e già autore di altri esperimenti del genere come parasitos urbanos (parassiti urbani), progetto che ha destato un certo interesse alcuni anni fa. Le “piante nomadi” in questione sono per metà piante e per metà organismi viventi autonomi e che per mantenersi in vita vanno in giro “bevendo” l’acqua dai fiumi contaminati.

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Fiori, giardino e natura secondo il Futurismo

Giacomo Balla Fiori futuristi

Esattamente cento anni fa, il 20 Febbraio 1909, su Le Figaro veniva pubblicato, a firma di Filippo Tommaso Marinetti, il manifesto del Futurismo, l’unica vera grande corrente artistica nata in Italia (anche se, come ci informa Wikipedia, detto manifesto era già stato pubblicato il 5 Febbraio dello stesso anno sul quotidiano bolognese La gazzetta dell’Emilia).
Cosa c’entra il Futurismo con un blog dedicato al regno vegetale? Mossi dalla furia iconoclasta contro il “passatismo” e le vecchie ideologie, decisi a fare tabula rasa di tutto e di tutti per fare largo ai loro ideali (velocità, industria, dinamismo, perfino la guerra “sola igene del mondo”…) i futuristi non risparmiarono neanche la natura, le piante e i fiori. Ecco allora un breve (e incompleto) excursus sul rapporto dei futuristi con la flora, un piccolo omaggio “floreale” dedicato all’avanguardia che oggi compie cento anni. Con qualche piccola sottolineatura, come dire…”naturale” e non solo.
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